In questi giorni il CONI con un tweet ha ricordato la leggenda nata sulle nevi di Berchtesgaden, celebrando quella che il giornalista Massimo Di Marco sulla Gazzetta dello Sport chiamò per la prima volta valanga azzurra.
Mai nessuno come la valanga azzurra
Sulle nevi della Germania dell'ovest, allo slalom gigante di Berchtesgaden, 5 italiani nelle prime 5 posizioni decretarono un record mai conseguito prima da alcuna nazione. La classifica finale vedeva infatti Piero Gros nella prima posizione aggiudicarsi lo slalom, seguito da Gustav Thöni, Erwin Stricker, Helmuth Schmalzl e a chiudere Tino Pietrogiovanna che con il pettorale 43 si posizionò quinto.
Fu un'impresa memorabile che diede il nome alla Nazionale di sci, ancora oggi utilizzato, ed ebbe molta eco sui giornali stranieri, la stampa francese scrisse la stampa francese scrisse: "L'impresa sportiva della squadra italiana non ha precedenti statistici... rimarrà una pietra miliare nella storia dello sci".
Non fu un evento isolato. Quella Nazionale di sci alpino nel decennio dal 1970 al 1979 era irresistibile, vincendo trofei e medaglie in tutte le competizioni, dalle Olimpiadi alle Universiadi. Gli artefici e gli strateghi di quel gruppo meraviglioso e imbattibile erano il direttore tecnico Mario Cotelli e l'allenatore Oreste Peccedi, il preparatore atletico Karl Pichler e il massaggiatore Ivano Ruzza .
L'arrivo di Alberto Tomba
La Valanga azzurra dopo l'esplosione degli anni Settanta incontrò molti ostacoli, incidenti e abbandoni importanti resero gli anni ottanta piuttosto opachi, con il solo Paolo De Chiesa a vincere sulla neve tra i pali vicini dello slalom speciale.
Nel 1987 si presentò sul podio di Crans-Montana conquistando la medaglia di bronzo, un ragazzo destinato a continuare il mito della valanga azzurra che diventerà l'atleta da battere nelle specialità tecniche, un ragazzo che da solo portava avanti la storia di un movimento, quello dello sci, sulla via del declino e in crisi di risultati e sponsor, quel ragazzo era Alberto Tomba e avrebbe segnato il decennio davanti a lui.