Può schiacciare come e quanto vuole. Tiffany Pereira de Abreu, la pallavolista schiacciatrice brasiliana transgender di 32 anni, ingaggiata dalla squadra del Golem Palmi in A2, è più forte delle avversarie perché è più brava e non perché prima era un uomo. O perché fino a dicembre giocava in Belgio in una squadra maschile. Il testosterone non è più quello di un uomo. E non è avvantaggiata rispetto alle altre atlete dai suoi trascorsi da maschio.

L'ha decretato, di fatto, la Federazione italiana Pallavolo mettendo così fine alle polemiche scoppiate nelle scorse settimane per le presunte irregolarità tecniche della schiacciatrice rispetto alle avversarie che hanno alzato un polverone in nome del corretto confronto agonistico e dell'equità sportiva.

Gli altri club la accusavano perché, nella transizione dal sesso maschile a quello femminile, avrebbe conservato la forza di un uomo, inficiando così le condizioni di parità tra le giocatrici. Ma la Federazione smentisce. Valgono le norme del Comitato olimpico internazionale.

Ciclone Tiffany, la sommossa delle avversarie

Per anni ha giocato in squadre maschili in giro per il mondo, poi la svolta. Dal Belgio, dove giocava a pallavolo in una squadra maschile alla Calabria; dalla serie B alla A2; da uomo a donna; da Rodrigo a Tiffany. Fortissima tuttavia Tiffany lo è al punto che la cosa ha creato 'rumors' nelle altre squadre.

Polemiche accese scatenate fin dal suo esordio dalle rivali sconfitte della Delta Informatica Trentino.

Anche la società Millenium Brescia ha lamentato l'irregolarità del gioco e chiesto l'intervento della Federazione. L'allenatore addirittura ha commentato: "Altrimenti vado anche io in Brasile a prendermi tre pallavoliste trans". Altre squadre hanno minacciato di non voler giocare più scendere in campo se c'è Tiffany come antagonista.

Il vero problema è che la 'big sister', come la chiamano le compagne di squadra, è troppo brava. Pasqualino Giangrossi, allenatore del Golem Volley Palmi ne è sicuro. E critica la discriminazione di genere verso Tiffany. Siccome la schiacciatrice è molto forte, vorrebbero farla tornare ai campionati maschili, con la scusa che prima era un uomo.

Il testosterone fa la differenza

Ma se il mondo del volley contesta le prestazioni di Tiffanny, la federazione risponde citando le norme olimpiche: vale il livello di testosterone il cui controllo spetta al medico della federazione. Se quello della pallavolista è inferiore a 10 nanogrammi per litro durante un anno intero non c'è problema; quello di Tiffany, al momento, come riscontrato dagli esami è fermo a 2. Per la Federazione internazionale, come per quella brasiliana, Tiffany è donna; la Federazione italiana l'ha tesserata come donna.

A ogni modo vale la normativa di riferimento, emanata dal Cio, il Sex Reassignment and Hyperandrogenism, che ha riempito il vuoto normativo "allineando il sistema sportivo alle più moderne norme giuriche che definiscono l'identità di genere".

Tiffany che ha iniziato la transizione nel 2013 assumendo ormoni, si è operata nel 2014 e ha avuto il nulla osta dalla federazione internazionale per giocare tra le donne in base alle norme Cio.

"Gli ormoni cambiano il tuo corpo, la tua potenza - dice Tiffany - Oggi sono una buona giocatrice che ha caratteristiche fisiche uguali a tante altre giocatrici di massima serie. Vorrei solo essere riconosciuta per questo e poter dare sempre il meglio di me".