Si conclude a sorpresa la prima tappa della centesima edizione della corsa rosa: a vincere, infatti, è l'austriaco della Bora Hansgrohe, Lukas Postlberger. Il portacolori della squadra tedesca si è ritrovato, infatti, in modo del tutto casuale con un leggero vantaggio sul gruppo guidato dagli uomini della Orica-Scott mentre stava tirando la volata al suo capitano designato Sam Bennett, giunto nono all'arrivo.

Vedendo che la squadra australiana non riusciva a chiudere il buco creatosi e che le altre formazioni non collaboravano, il venticinquenne ha dato forza alla sua azione fino al traguardo.

A regolare lo sprint dei battuti Caleb Ewan (Orica-Scott), davanti ad Andrè Greipel (Lotto-Soudal) e ai nostri italiani Giacomo Nizzolo (Trek-Segafredo), Sacha Modolo (UAE Fly Emirates) e Kristian Sbaragli (Dimension Data).

La partenza è stata segnata dal minuto di raccoglimento per ricordare Michele Scarponi, deceduto due settimane fa mentre si allenava nella sua Filottrano e dalla fuga di giornata comprendente Mirco Maestri (Bardiani CSF), Daniel Teklehaimanot (Dimension Data), Eugert Zhupa (Wilier Triestina), Marcin Bialoblocki (CCC Sprandi), Pavel Brutt (Gazprom-RusVelo) e Cesare Benedetti (Bora-Hansgrohe) che domani indosserà la maglia azzurra di miglior scalatore in quanto vincitore di tutti e tre i Gran Premi della Montagna di giornata.

I fuggitivi sono stati ripresi quando mancavano solo quattro chilometri al traguardo, poco prima della caduta di due corridori in una curva molto pericolosa che ha fatto sì che il gruppo si spezzasse in vari tronconi. A fare le spese del frazionamento è Steven Kruijswijk, che ha dovuto cedere, a tutti gli altri big che competono per la classifica generale, ben 13 secondi.

La seconda tappa si prevede molto più mossa a livello altimetrico, in quanto i corridori affronteranno ben due GPM, uno addirittura di seconda categoria con scollinamento oltre i mille metri sul livello del mare: nonostante le insidie del percorso, le difficoltà finiranno a 47 chilometri dalla linea di arrivo e i corridori che perderanno contatto avranno tutte le possibilità per rientrare in discesa.

Dopo la beffa della prima tappa, le squadre dei velocisti non si faranno trovare impreparati e non lasceranno a nessuno la possibilità di fuga, anche perché le chances per le ruote veloci in questo Giro d'Italia sono veramente poche.