Oggi, 1° Maggio festa dei lavoratori, per tutti è proprio una festa, una giornata di svago per staccare dal lavoro.
Per gli appassionati di Formula 1 e motori in generale però non lo è. E’ l’anniversario della tragica scomparsa di Ayrton Senna, secondo molti il miglior pilota di F1 di tutti i tempi.
Andiamo con ordine però e riviviamo la sua straordinaria carriera per poter rendergli omaggio come merita.
I primi anni sui kart
Ayrton Senna da Silva nasce il 21 Marzo del 1960 a San Paolo. Nato da una famiglia benestante, all’età di 13 anni si approcciò al mondo dei kart.
Nella gara d’esordio portò il suo Parilla 100 cm3 al successo, riuscendo a conquistare anche il Campionato Junior a fine stagione.
Successivamente, nel 1977 e 1978, vincerà anche il Campionato Sudamericano e, nei quattro anni a seguire, anche quello brasiliano.
Sbarcò in Italia e per ben due stagioni consecutive sfiorò il titolo anche nel nostro Paese.
Le categorie minori
Nel 1981 fa il suo esordio in Formula Ford 1600, correndo il campionato RAC e il Townsend-Thoresen. In queste due competizioni, ovviamente vincendole entrambe, totalizzò 12 vittorie con 3 pole position e 10 giri veloci nell’arco di 19 gare disputate.
L’anno successivo passa in Formula Ford 2000, vincendo i campionati Pace British e l’Europeo EFDA.
Il tutto con un bottino di 21 vittorie, 15 pole position e 22 giri veloci su 29 gare disputate.
Sul finire della stagione partecipa all’ultima gara del difficile campionato britannico della Formula 3, che ovviamente riesce a vincere conquistando anche la pole position ed il giro veloce.
Nel 1983 gareggia nel campionato di Formula 3, riuscendo a vincerlo con uno score di 12 vittorie, 15 pole e 13 giri rapidi su 20 gare disputate.
A fine stagione partecipa alla prestigiosa gara di F3 a Macao, dove si sfidano i migliori piloti della categoria.
Conquista la pole, vince entrambe le manche e non si fa scappare il giro veloce.
Il passaggio in Formula 1
Nel 1983 però Senna sale per la prima volta su di una monoposto di Formula 1, inizialmente una Williams messagli a disposizione proprio da Frank Williams e poi una McLaren.
Il suo passaggio alla Brabham di Bernie Ecclestone però venne bloccato dalla Parmalat, allora sponsor principale della scuderia, in quanto voleva un pilota italiano alla seconda guida.
L’anno seguente però esordì in F1, proprio durante il GP del Brasile, con la Toleman, per un contratto di 100.000 sterline.
In quella prima stagione conquistò 3 podi (Monaco, Gran Bretagna e Portogallo) e chiuse la stagione in nona posizione nella classifica piloti.
Successivamente passò alla Lotus, con cui vinse 6 gare con altrettanti giri veloci e 16 pole.
L’anno successivo passò alla McLaren, conquistando 8 successi e 13 pole, finalmente riuscendo a vincere il titolo mondiale. Fantastica fu la rivalità con Alain Prost.
L’episodio che inasprì i rapporti tra i due si verificò in Giappone, quando Prost e Senna vennero a contatto. Dopo le mille polemiche che ne sorsero Prost passò alla Ferrari e, l’anno seguente di nuovo in Giappone, i due entrarono nuovamente in contatto. Comunque, oltre le polemiche, quell’anno Senna vinse il suo secondo Mondiale, che bisserà la stagione seguente.
Nei due anni successivi la McLaren dovette far fronte al dominio della Williams, guidata da quel Prost tanto odiato, nonostante questo però il talento di Senna lo portava lo stesso a vincere.
La stagione seguente Senna passò alla Williams, resa comunque meno forte dal nuovo regolamento che vietava i dispositivi elettronici che avevano fatto grande la scuderia.
Senna conquistò due pole nelle prime gare, ma collezionò due ritiri. La terza gara della stagione si correva a Imola per il GP di San Marino.
L’incidente mortale di Ratzenberger durante le prove scosse Ayrton. La gara iniziò subito con un incidente che causò l’entrata in pista della Safety Car.
Un paio di giri più tardi Senna si schiantò alla curva del Tamburello a causa del cedimento del piantone dello sterzo, che gli si conficcò nel cranio.
Alle 18.40, all’età di 34 anni, Ayrton Senna spirò, lasciando un enorme vuoto in tutti i tifosi di questo sport.
Oggi, 23 anni più tardi, lassù chissà quante gare avrai già vinto. Ciao Ayrton.