Chi si aspettava di vedere Lukas Postlberger conquistare la prima maglia rosa del Giro d’Italia? Neanche il corridore stesso e la sua squadra, figuriamoci gli avversari e i tifosi, molti dei quali si saranno chiesti chi è questo atleta dal nome più da sciatore che da ciclista. Postlberger ha raccolto l’occasione della vita, dando la prima vittoria all’Austria nella centenaria storia del Giro d’Italia, e un successo che la Bora Hansgrohe ha inseguito vanamente per tutta la campagna del nord con Sagan, centrandolo invece qui dove non c’erano sicuramente aspettative così alte.

Postlberger: ‘Il ciclismo è anche questo’

Quello di Lukas Postlberger non era certo un nome segnato in rosso nell’elenco dei corridori del Giro d’Italia. L’austriaco della Bora Hansgrohe ha corso la campagna del nord tra i gregari di Peter Sagan, centrando un buon piazzamento ad Harelbeke, il quinto posto, e trovando spazio nella formazione per il Giro d’Italia come gregario per i velocisti Bennett e Pelucchi. Proprio in questo ruolo stava interpretando il finale della tappa di Olbia quando alle sue spalle si è creato un buco. “Alla radio Bennett mi ha urlato di provarci” ha raccontato il corridore austriaco che, grazie ad un altro tentennamento quando Roberto Ferrari ha cercato di lanciare l’inseguimento, è riuscito a raggiungere vittoriosamente il traguardo.

“Non era programmato, ma questo è il Ciclismo, un mix di fede e desiderio” ha concluso la maglia rosa.

‘Ho imparato da Sagan’

Per la Bora Hansgrohe è stato un successo inatteso, arrivato dopo una primavera più frustrante che ricca di soddisfazioni. Dopo aver speso tante risorse nella campagna del nord per Sagan questo Giro d’Italia sembrava un passaggio intermedio prima del ritorno in corsa del Campione del Mondo.

Invece il colpo di Postlberger ha portato in copertina la Bora Hansgrohe nel momento meno atteso e la maglia rosa ha voluto parlare a lungo di Sagan nel dopo tappa. Postlberger ha spiegato che il Campione del Mondo ha contagiato i compagni con il suo modo di fare leggero. “Ho imparato da Sagan che bisogna sempre divertirsi e guardare al lato positivo delle cose, anche quando nei giorni scorsi nevicava al Giro di Romandia” ha ricordato Postlberger “In quel momento ho pensato a lui, si possono effettivamente trovare delle cose buone. Da Sagan abbiamo imparato che è solo ciclismo, nessuno ti uccide se fai male qualcosa, che ci si può divertire e guardare alle cose positive”.