Neanche un grande sceneggiatore avrebbe potuto scrivere un finale più bello ed emozionante per questa Vuelta Espana e per la carriera di Alberto Contador. Il fuoriclasse spagnolo è andato a vincere sulla cima più mitica della corsa, l’Alto de Angliru, dopo un’altra corsa tutta all’attacco. Contador ha chiuso nella maniera più degna una carriera leggendaria, togliendo anche la copertina a Chris Froome che ha portato al traguardo la sua maglia rossa completando l’inedita doppietta con il Tour. Nibali non è riuscito ad attaccare, ma ha difeso il suo secondo posto mentre Zakarin è saluto al terzo.

Contador all’attacco prima dell’Angliru

In una giornata tra pioggia e sole la penultima tappa della Vuelta Espana presentava un menu decisamente ricco, con Cobertoria e Cordal prima del terribile Angliru. Alberto Contador ha giocato a carte scoperte, chiarendo subito le sue intenzioni. La Trek Segafredo ha infatti chiuso la corsa, non permettendo ad una folta fuga partita nei primi km di prendere grande vantaggio. Tra gli attaccanti si sono inseriti anche Bardet, Rui Costa, Soler, i gemelli Yates, il solito Marczynski. I gregari di Contador hanno guidato fino all’attacco della Cobertoria, dove la fuga si è spezzettata. La discesa bagnata ha causato una prima selezione, con anche Zakarin che è rimasto attardato ed è stato costretto ad un lungo inseguimento per rientrare.

Miguel Angel Lopez e Fabio Aru invece sono subito spariti dal gruppo buono e non sono più tornati in gioco. Anche la discesa dal Cordal, molto tortuosa e bagnata, ha fatto danni. De la Cruz e Soler sono finiti per terra, ed anche Nibali ha avuto una leggera escursione a bordo strada. Ne ha approfittato Contador, che con grande determinazione è riuscito ad allungare sul gruppo dei migliori insieme a Pantano, approcciando l’Angliru con una trentina di secondi di vantaggio.

Un finale da brividi

La scalata all’Angliru ha regalato emozioni forti. Contador ha trovato l’aiuto del compagno Pantano ma anche del giovane spagnolo Mas per alzare il ritmo nella prima parte, quella più pedalabile. Il drappello di Contador è andato così a riprendere tutti i fuggitivi. La Sky è sembrata non voler forzare ma Kelderman ha ordinato ai suoi due gregari superstiti di tirare a tutta per difendere il suo posto sul podio.

La danza di Contador ha mostrato tutta la sua eleganza per l’ultima volta, prima di trasfigurarsi fino alla fatica più estrema. Il campione della Trek ha demolito uno dopo l’altro i compagni d’avventura, restando solo al comando negli ultimi 5 km.

Dietro il tentativo d’attacco di Nibali non è mai arrivato nonostante il lungo lavoro di Pellizotti, con Froome tranquillo a gestire la situazione con i compagni. È stato anzi il siciliano ad andare in affanno quando le pendenze sono arrivate alle punte più estreme, staccato sia da Froome in compagnia di Poels che da Zakarin e Kelderman.

Contador ha dovuto attingere dolorosamente ad ogni residua risorsa per superare le ultime rampe maligne dell’Angliru, fino agli ultimi 400 metri di discesa e apoteosi, una chiusura da leggenda.

Poels ha dato l’impressione di poter staccare Froome ma è arrivato a 17’’ con il suo leader che ha così sigillato la doppietta Tour – Vuelta, inedita da quando il calendario è programmato come adesso. Zakarin ha chiuso a 35’’, Nibali con un infinito Pellizotti a 51’’, davanti a Kelderman che nel finale è crollato. Aru è andato alla deriva, ha perso un quarto d’ora uscendo dalla top ten della generale.

La classifica vede così il trionfo di Froome con 2’11 su Nibali e con Zakarin al primo podio in un grande giro, a 2'51’’, davanti all’immenso Contador e a Kelderman.