Prima della gara giapponese avevo scritto che al Team Ducati per vincere il titolo 2017 occorressero almeno due piloti vincenti, in grado di togliere punti a quel Marc Marquez che oltre che fortissimo è in buon vantaggio in classifica generale.

Quindi domenica, quando non potendo andare a Motegi ho seguito il GP da un caffè di Osaka al riparo da quella pioggia battente che in questo periodo caratterizza il clima di tutto il Giappone, dopo le premesse iniziali della gara ho sperato che finalmente Lorenzo o Petrucci avressero potuto davvero dare una mano al Dovi.

Le premesse per una doppietta c’erano state sin dai turni di prova e dopo il warm up del mattino.

Danilo Petrucci nelle interviste in lingua inglese poco prima del giro di ricognizione aveva confidato che non avendo nulla da perdere avrebbe azzardato una gomma particolarmente soft al posteriore per ottenere un risultato veramente importante.

Jorge Lorenzo era convinto di avere un ottimo passo sul bagnato e, secondo quanto riportato da alcuni siti inglesi, aveva addirittura detto che più la pista fosse stata bagnata e meglio sarebbe stato per lui, visto il buon feeling con le coperture “rain” sulla Desmosedici.

In gara però, dopo la solita partenza al fulmicotone, appena assaggiato il brivido per il contatto con l’arrembante Zarco, Jorge è inspiegabilmente calato tantissimo di ritmo perdendo quasi un secondo al giro dai primi, lamentando poi uno scarso feeling con le Michelin da pioggia.

Petrucci invece, visto il degrado dello pneumatico posteriore, ha preferito non rischiare e portare a casa un importante terzo posto. E ci sta, visto che il “Petrux”, pur avendo un trattamento da pilota ufficiale, corre per un team satellite indipendente.

Al buon dovizioso, che come spesso accade ha condotto una gara intelligente e ponderata, tanto che all’estero i commentatori ormai lo chiamano “smooth operator” o “professor”, non è restato che vincere per la seconda volta su Marquez in modo magistrale, di fioretto e di sciabola insieme, tanto che il funambolo di casa Honda ha avvertito la stoccata e nell’intervista Dorna dopogara con un sorriso un poco tirato ha detto che in Australia si prenderà la rivincita.

Vada come vada quest’anno nella lotta per il titolo abbiamo un Andrea Dovizioso che in barba ai contratti, alla stampa e a tutti coloro che non si sono ancora accorti del suo valore, dimostra di essere un serio, preparato, misurato e determinato professionista che all’estero ci invidiano.

E senza l’aiuto di nessuno! Forza Dovi.