L'uscita dal mondo del Ciclismo con una squalifica per doping non è stata l'ultimo guaio per Fabio Taborre. L'ormai ex corridore abruzzese - che ha chiuso la carriera nel 2015 - è stato arrestato con l'accusa di furto aggravato: era già stato fermato nei mesi scorsi per due auto rubate e, nel corso di una perquisizione successiva a quell'episodio, gli erano stati rinvenuti degli strumenti da scasso. Per il 32enne di Montesilvano è così scattato l'arresto nelle scorse ore.

Una bella carriera finita male

L'avventura di Fabio Taborre nel ciclismo professionistico si era conclusa in modo traumatico nell'estate del 2015, dopo alcune stagioni di ottimo livello.

Il corridore abruzzese si era segnalato tra i più solidi e continui uomini per il calendario delle semi-classiche italiane. Ha vinto corse come il Gp di Camaiore e il Memorial Pantani, salendo anche sul podio in altre gare di un giorno come Larciano e il Trofeo Matteotti. Ha partecipato anche a due Giri d'Italia, segnando un quinto posto come miglior risultato di tappa.

Ha debuttato nel ciclismo professionistico nel 2008 con la Diquigiovanni di Gianni Savio, correndo poi anche per Acqua e Sapone, Vini Fantini e Neri Sottoli prima di tornare nel 2015 al punto di partenza, il team di Savio, divenuto nel frattempo Androni. A luglio 2015, Taborre venne fermato per la positività a FG-4592, un prodotto vietato che stimola la produzione endogena di Epo.

Il corridore raccontò poi le sue difficoltà nei mesi successivi, quando la squadra gli chiese un risarcimento di ben 250.000 euro: "Non ho questi soldi, correvo per 30.000 euro all’anno", spiegò l'atleta in un'intervista a "Repubblica".

Furti d'auto e in appartamento

Da quel momento, evidentemente la vita di Fabio Taborre deve essere precipitata in una spirale di errori.

Nello scorso giugno, l'ex ciclista è stato fermato insieme ad un'altra persona mentre recuperava due auto rubate in precedenza, una Wolkswagen Golf e una Kia Sportage. Le vetture sarebbero state rubate a Giulianova e a Francavilla al Mare e poi parcheggiate nei pressi della stazione di Montesilvano. Da lì è scattata una perquisizione durante la quale i carabinieri hanno rinvenuto del materiale compromettente, tra cui un attrezzo per scassinare le casseforti a muro che è stato collegato ad un furto avvenuto in un’abitazione a Farindola, sempre nel mese di giugno. Taborre è stato arrestato il 25 novembre e posto agli arresti domiciliari, come confermato da "La Gazzetta dello Sport".