Un italiano a Tokyo per aggiungere un capitolo ad una lunga storia e per dare una scossa alla boxe del Belpaese che ne ha invero bisogno. Negli ultimi dieci anni, il pugilato italiano ha espresso soltanto due campioni del mondo. Emanuele Blandamura proverà ad indossare la cintura dei pesi medi, categoria storica e prestigiosa dove per trovare un italiano in cima al mondo bisogna fare un ulteriore passo indietro. L'ultimo fu Sumbu Kalambay alla fine degli anni '80. Il 15 aprile 2018, pertanto, la chance è tutta per il pugile friulano che alla Yokohama Arena cercherà di strappare il titolo versione WBA al giapponese Ryota Murata.

A 38 anni è consapevole che questa sarà quasi sicuramente la sua unica occasione di conquistare un titolo iridato.

La carriera del 'Sioux'

Emanuele Blandamura è nato ad Udine il 19 dicembre del 1979. Professionista dal 2007 dopo una buona carriera da dilettante, il 'Sioux' vanta nel suo palmares i titoli di Campione WBC del Mediterraneo (2007), Campione Silver WBC (2012), Campione dell'Unione Europea (2014) e Campione d'Europa (2016), quest'ultimo lasciato vacante per la sfida mondiale. Ha un personale di tutto rispetto con 27 vittorie (di cui 5 prima del limite) e 2 sconfitte (entrambe per K.O) con Billy Joe Saunders nel 2014 e con Michel Soro l'anno scuccessivo, entrambe in un match valido per il titolo europeo.

Cintura che Blandamura avrebbe indossato nel 2016 battendo ai punti Matteo Signani (verdetto non unanime). Ha difeso e conservato la corona continentale a giugno dello scorso anno battendo Alessandro Goddi a Saint-Vincent, un successo ai punti stavolta indiscutibile.

L'idolo di casa

La Yokohama Arena si preannuncia gremita per la prima difesa del titolo di Ryota Murata, 32enne pugile che però non vanta tantissimi match da professionista.

Ha un personale di 14 incontri con 13 vittorie (di cui 10 prima del limite) ed 1 sconfitta ai punti, quella con il franco-camerunense Hassan N'Dam N'Jikam a maggio dello scorso anno, nel suo primo tentativo mondiale. Il titolo dei pesi medi versione WBA lo avrebbe vinto cinque mesi dopo contro lo stesso avversario, costretto all'abbandono alla settima ripresa.

Da dilettante, Murata aveva conquistato la medaglia d'oro ai Giochi Olimpici di Londra 2012. Il campione nipponico è un pugile completo, decisamente un osso duro per Blandamura che, comunque, per dichiarazione del suo manager Salvatore Cherchi va in Giappone "per vincere il titolo". Organizzatore del match è Akiko Honda, manager di tutti i migliori pugili giapponesi che ha avuto tra i suoi assistiti anche Edwin Valero, Jorge Linares e Roman Gonzalez.

Gli italiani campioni mondiali dei pesi medi

Il titolo mondiale dei pesi medi è stato conquistato in passato da alcuni dei pugili italiani migliori di sempre. Nella seconda metà degli anni '60 fu teatro dei leggendari duelli tra Nino Benvenuti ed Emile Griffith.

Benvenuti indossò la cintura battendo Griffith nell'aprile del 1967, ma l'avrebbe persa contro lo stesso avversario a settembre dello stesso anno per poi rinconquistarla nel marzo del 1968. La perderà definitivamente il 7 novembre 1970 al cospetto di Carlos Monzon. Nel 1979 sarà la volta di Vito Antuofermo che la strappa dalle mani dell'argentino Hugo Pastor Corro per poi perderla l'anno successivo contro il britannico Alan Minter. Nel 1987, infine, Sumbu Kalambay si fregia del titolo iridato WBA battendo Iran Barkley, a marzo del 1989 il pugile di origini congolesi perderà la corona nel tentativo di riunificazione contro il campione mondiale IBF, Michael Nunn. Tra i pugili citati, Benvenuti ed Antuofermo sono stati 'campioni mondiali indiscussi' visto che hanno detenuto contemporaneamente le cinture WBA e WBC.