Kondogbia, mediano francese di 25 anni, ha trascorso due anni all'Inter senza mantenere le promesse che i 31 milioni spesi per il suo cartellino lasciavano intendere e da questa estate è stato ceduto al Valencia in prestito con un diritto di riscatto fissato a 25 milioni di euro. Il ragazzo ha giocato finora 20 partite in Liga, collezionando 3 gol e 1 assist e, in virtù del suo periodo positivo, si è sentito di mandare qualche messaggio alla sua attuale società e alla dirigenza nerazzurra.

Sto bene al Valencia

Kondogbia ha rilasciato un'intervista alla radio privata ''Cadena Ser'' parlando così del suo periodo valenciano: ha affermato di trovarsi bene al valencia, talmente tanto da essere disposto, se potesse, a pagare in prima persona i 25 milioni necessari per il suo riscatto dall'Inter.

Ha poi aggiunto di aver trovato un'ottima sintonia con il suo attuale allenatore (Marcelino), il quale gli sta dando fiducia mostrando di credere in lui; sente quindi di far parte di un progetto sportivo dopo il difficile periodo nerazzurro, aggiungendo comunque di poter migliorare ancora.

È chiara quindi la volontà del centrocampista francese di rimanere in Spagna, visto anche l’ottimo rapporto instaurato con il nuovo tecnico. Infatti quello che emerge da questo scampolo di intervista è l'importanza che per lui riveste non solo il sentirsi apprezzato da chi lo allena ma anche la sensazione di far parte di un progetto sportivo di lunga durata. Guarda caso quello che aveva trovato al Monaco, dove era esploso, e che invece non ha trovato nell'Inter.

All'Inter c'è troppa confusione

Il futuro di Kondogbia, con molta probabilità, si deciderà a fine stagione e magari si intreccerà con quello di Cancelo (che questa estate è passato dal Valencia all'Inter, anche lui in prestito con diritto di riscatto), ma prima di pensare a questo il francese si sofferma sulla sua precedente esperienza interista affermando che il problema maggiore del club milanese è l'assenza di stabilità, dato il gran numero di allenatori (5) e giocatori che si sono alternati durante i due anni in cui lui ha indossato la maglia nerazzurra.

Ha proseguito poi spiegando come per un calciatore giovane sia ancora più difficile esprimersi al meglio in un simile contesto, che una società dovrebbe perseguire la linea scelta anche se all'inizio si incontrano delle difficoltà e anche come sia lei stessa a dover tutelare il proprio allenatore e i giocatori.

Un'analisi attenta e sincera questa che, se da una parte riflette la gioia per aver trovato un ambiente che lo sta valorizzando, dall'altra esprime anche la delusione per non essere riuscito a cogliere un’occasione importante in una big del calcio mondiale come l'Inter.