Sono passati sei anni da quel 2012 in cui il vaso di Pandora venne scoperchiato, facendo saltare fuori rivelazioni, testimonianze e retroscena legati al doping dell'U.S. Postal Service Team e di Lance Armstrong, "scoperchiamento" che portò alla revoca dei famosi sette Tour de France del texano e alla squalifica a vita dalle varie federazioni.

Tuttavia ci sono una serie di competizioni ciclistiche che, non essendo regolate dalla federazione statunitense ed essendo fuori dall’egida dell’Unione Ciclistica Internazionale, lasciano una porta aperta anche a chi, come Lance, non ha una fedina limpida.

Una di queste gare è la 24 hours in the Old Pueblo, a Tucson (Arizona), nel mezzo del deserto di Sonora, una competizione amatoriale che coinvolge più categorie che si sfidano in una corsa lunga ventiquattro ore e che è diventata tappa fissa per la "rimpatriata" di quattro ex atleti dell’U.S. Postal Service Team: Lance Armstrong, Dylan Casey George Hincapie e Christian Vande Velde (quest'ultimo impossibilitato a gareggiare a causa di un attacco influenzale e sostituito dalla triathleta Julia Polloreno).

Quest'anno l'evento celebrava la sua diciannovesima edizione e a beneficiarne sono stati il Tucson Medical Center ed altre associazioni benefiche alle quali è stato destinato il ricavato della manifestazione.

Nonostante l'ambiente desertico, che al caldo torrido del giorno alterna il gelo notturno, sono stati circa duemila i partecipanti al via, suddivisi tra competizioni individuali, staffette a due, staffette a quattro e la gara dei "coraggiosi" su scatto fisso. Le 24 ore sono iniziate alle 12.00 di sabato 17 febbraio ed hanno visto gli atleti sfidarsi su un percorso di circa venti km composto da tratti su roccia, tratti su sabbia e frazioni fangose, con un dislivello di circa trecento metri per giro.

Nel 2017 i quattro ex-U.S. Postal, che corrono sotto il nome di WEDU Team, avevano chiuso sul terzo gradino del podio grazie ad una media di circa 25 km/h e ad una strategia notturna molto particolare, finalizzata a far dormire i vari atleti a rotazione in vista del rush finale della mattina seguente, una strategia che quest'anno è stata decisamente abbandonata visto che, stando ai dati delle cronotabelle, Lance ha chiuso il suo giro notturno nella bellezza di dodici ore, lasciando immaginare come i WEDU abbiano preferito affrontare con leggerezza la competizione, chiudendola con un poco glorioso ottantaseiesimo posto.