Mentre Chris Froome sta per prendere il via alla sua seconda corsa stagionale, la Tirreno Adriatico, il mondo del Ciclismo continua a discutere sui tempi del caso che lo vede protagonista da mesi. Il capitano del Team Sky è risultato positivo al salbutamolo in un controllo della scorsa Vuelta Espana, ormai sei mesi fa, ed ancora sembra lontano il verdetto di squalifica o assoluzione sul suo conto. Dopo il coro di lamentele di corridori, manager e organizzatori su questa situazione incresciosa, ora ad alzare la voce è stato il direttore del Tour de France.

Prudhomme: ‘L’Uci dia una risposta’

Christian Prudhomme, dal 2007 direttore dell’organizzazione del Tour de France, ha tuonato contro l’Uci e il suo immobilismo sul caso Froome.

Il campione britannico, risultato positivo sei mesi fa alla Vuelta Espana, è libero di continuare a correre in attesa di un verdetto che non si sa bene quando potrà arrivare.

In una recente intervista, il presidente dell’Uci David Lappartient ha dichiarato che difficilmente il caso arriverà ad una soluzione prima del Giro d’Italia, e che quindi Froome potrà correre la corsa rosa, e eventualmente anche il Tour de France, con la possibilità che poi tutti i suoi risultati vengano cancellati. In molti hanno criticato apertamente questa ipotesi, quanto mai negativa per la credibilità di tutto il movimento, ed ora a farsi sentire è stato il protagonista più potente del mondo del ciclismo, il Tour de France.

Prudhomme ha parlato del caso Froome intervenendo alla tv francese BFM durante la Parigi Nizza. “Quello che noi organizzatori vogliamo è che l’Uci dia una risposta” ha dichiarato il direttore del Tour. "Lo dicevo già a dicembre, serve una risposta rapida, gli organizzatori hanno bisogno di una risposta”, ha aggiunto Prudhomme.

‘Non è stato fatto nulla’

Prudhomme ha parlato in maniera molto critica dell’Uci, e non solo per quanto riguarda l’attuale presidente David Lappartient, insediatosi pochi mesi fa. “Quello che mi colpisce è che le precedenti amministrazioni dell’Uci, con il caso Contador del 2010, dissero che non avrebbe dovuto correre mentre il caso era in corso.

Sono passati otto anni da allora e non è stato fatto nulla per cambiare le regole” ha accusato il direttore del Tour de France, che non approva la lettura che il regolamento dà dei casi come quello di Froome. “Queste regole sono incomprensibili per le persone. Risultato anormale non significa nulla, deve essere bianco o nero e il resto non ha importanza. Vogliamo una risposta”, ha concluso Prudhomme. Vedremo se la decisa presa di posizione del Tour, con il suo potere economico e mediatico avrà la forza per sbloccare la situazione.