Dopo una lunghissima carriera, iniziata con il passaggio al professionismo già nel 2000, per Filippo Pozzato questi sono i primi mesi da ex corridore. Il vicentino è, però, ancora impegnato nel mondo del Ciclismo, sia come testimonial di alcune aziende del settore che come dirigente della squadra continental Beltrami TSA Hopplà, un progetto presentato ufficialmente nello scorso weekend. Con l’esperienza di corridore e il passaggio in questo nuovo ruolo, Pozzato ha offerto la sua visione sul futuro del ciclismo, soprattutto su quello d’elite che, secondo lui, dovrebbe avvicinarsi ad un sistema chiuso con un numero limitato di team e atleti come quello della NBA, il campionato di basket americano.

Pozzato: ‘Verso un progetto ancora più grande’

Pozzato è intervenuto alla presentazione ufficiale della Beltrami che si è tenuta ieri a Reggio Emilia. Il progetto è quello di un team continental di soli atleti under 23 a cui far fare un calendario di qualità tra corse professionistiche e dilettantistiche. L’ex Campione d’Italia avrà un ruolo di supervisione tecnica, ma soprattutto si occuperà di sponsor, “per trovare quello che servirà per ingrandire ancora di più la squadra e per fare un progetto ancora più grande” ha annunciato il vicentino, che ha spiegato di voler lanciare nuovi talenti verso i palcoscenici più importanti del ciclismo mondiale.

“Sicuramente sarà una fucina di corridori che potranno passare sul World Tour” ha promesso Pozzato.

La scelta di costruire un team Continental e non una più classica squadra under 23 è stata dettata dalla volontà di dare ai corridori la possibilità di fare delle esperienze importanti. La Beltrami, infatti, può prendere parte anche alle corse professionistiche che non sono inserite nel World Tour: ha già debuttato nella Vuelta San Juan, in Argentina, e domenica 17 febbraio comincerà a correre anche in Italia con il Trofeo Laigueglia.

‘Un ciclismo che punti sulla qualità’

Pozzato ha espresso una visione molto affaristica sul futuro del ciclismo in un'intervista a InBici in cui ha parlato anche del suo lavoro con la Beltrami. Secondo l’ex campione il World Tour dovrebbe diventare una sorta di NBA, un sistema chiuso con poche squadre e pochi corridori, solo i più forti, anche cercando risorse gareggiando in paesi nuovi e più disposti ad investire.

“L’idea di un ciclismo elitario che punti sulla qualità non mi dispiace affatto” ha spiegato Pozzato, ammettendo che questo sistema globalizzato rischierebbe di spazzare via le poche squadre italiane rimaste, tutte fuori dal World Tour.

“Capisco la posizione delle squadre italiane ma se guardiamo la riforma in maniera più globale, con un’ottica più aziendale, io direi che questi cambiamenti hanno una loro logica” ha continuato l’ex Campione d’Italia. “Penso al ciclismo del futuro come ad una NBA con un numero limitato di atleti. I professionisti per me non possono essere più di duecento, con altrettanti nelle categorie inferiori. Per gli altri, senza offesa, ci sono le granfondo” ha concluso Pozzato.