È stato grande lo spettacolo nella quinta tappa della Tirreno-Adriatico, quella con i muri di Recanati dedicata a Michele Scarponi. Le continue salite con pendenze in doppia cifra di un percorso senza momenti di respiro hanno creato grande selezione facendo arrivare i corridori ad uno ad uno come nelle tappe di alta montagna.

La Astana è stata la protagonista della corsa anche oggi, lanciando all’attacco un fortissimo Jakob Fuglsang a 25 km dall’arrivo. Il danese è andato a vincere sul traguardo suggestivo di Recanati, mentre Adam Yates è riuscito a staccare nelle battute finali Primoz Roglic, conquistando secondi importanti in vista della cronometro conclusiva.

Tirreno, è sfida diretta tra campioni

La tappa della Tirreno-Adriatico con arrivo a Recanati ha regalato una giornata di grande Ciclismo, confermando che la scelta dell’organizzazione di inserire due tappe sui muri, rispetto ad un classico arrivo su una lunga salita, è stata vincente.

Nelle fasi iniziali si è formata al comando una fuga con Nico Denz (AG2R), Daniel Oss (Bora-hansgrohe), Nathan Van Hooydonck (CCC), Ivan Rovny (Gazprom-RusVelo), Tom Van Asbroeck (Israele Cycling Academy), Tosh Van Der Sande (Lotto Soudal), Jorge Arcas (Movistar), Davide Gabburo, Giovanni Visconti e Eduardo Zardini (Neri Sottoli) e Mads Pedersen (Trek-Segafredo).

Il gruppo è stato condotto a lungo dalla Jumbo Visma di Roglic, ma una volta arrivati nel circuito finale di Recanati, con ben sette muri da affrontare in sequenza, la Astana ha alzato vertiginosamente il ritmo provocando una nettissima selezione. Ad una trentina di chilometri dal traguardo si è così ritrovata la stessa situazione tattica vista ieri, con il gruppo ridottissimo e i capitani pressoché isolati e pronti ad una sfida diretta.

La Astana dà spettacolo

Dopo il lungo e proficuo lavoro di Cataldo è stato Jakob Fuglsang a rompere gli indugi sul muro di Recanati al termine del penultimo giro. La Astana ha così invertito i ruoli rispetto a ieri, lanciando stavolta all’attacco il danese, e lasciando Lutsenko a controllare gli avversari. Fuglsang ha subito guadagnato un buon margine, dimostrando una condizione eccezionale e andando a raggiungere gli ultimi fuggitivi della prima ora, Gabburo, Pedersen e Denz.

Nel gruppo Nibali ha provato ad anticipare i tempi attaccando in discesa dopo aver sofferto sugli strappi, ma la Mitchelton ha sfruttato il suo ultimo gregario, Howson per non farsi sfuggire di mano la corsa. Adam Yates è stato poi costretto ad intervenire personalmente sul muro a metà del circuito quando il vantaggio di Fuglsang si è avvicinato a quell’1’19’’ di divario della classifica generale. Roglic ha risposto al cambio di ritmo del britannico e i primi due della generale sono stati costretti a coalizzarsi per non far volare via il danese della Astana, che ha approcciato l’ultimo muro con quasi un minuto di vantaggio.

Fuglsang si è sbarazzato subito degli attaccanti del mattino che ancora lo seguivano a ruota e ha aggredito le pendenze fino al 18% con un’azione ancora potente ed efficace.

Da dietro Yates ha fatto valere le sue doti di grimpeur puro su pendenze così ostiche e con una serie di accelerate è riuscito a scrollarsi di dosso Roglic. Fuglsang però non ha avuto flessioni ed ha regalato l’ennesima vittoria stagionale alla Astana con una dedica a Michele Scarponi.

Yates ha concluso a 40’’, Roglic a 56’’, con tutti gli altri molto più staccati, a partire da Dumoulin a 1’36’’ seguito a Pinot e Poels.

La classifica vede ora Yates allungare a 25’’ il vantaggio su Roglic, che nella crono finale proverà il sorpasso, mentre Fuglsang, condizionato dalla cronosquadre iniziale, è a 35’’.