La Parigi-Roubaix di ieri ha raccontato l’ennesima impresa di un campione che sembra senza tempo, Philippe Gilbert. A 37 anni il corridore belga ha conquistato una delle due ultime classiche monumento che ancora gli mancavano, quella Roubaix a cui aveva partecipato solo un paio di volte in passato. Gilbert ha saputo reinventarsi come uomo da pavè dopo una lunga e vincente carriera costruita soprattutto sulle Ardenne, una trasformazione in cui pochi credevano e che è stata resa ancora più brillante dalla condotta di gara spettacolare sia del Fiandre di due anni fa che di questa Roubaix.

Gilbert: ‘Cercare nuovi obiettivi’

Questo nuovo Philippe Gilbert capace di domare il pavè è nato con il passaggio alla Deceuninck Quickstep di due anni fa, una nuova avventura in cui ha trovato nuovi stimoli. “Ad un certo punto della tua carriera ti rendi conto di aver vinto tutto in un certo contesto, quindi ha senso cercare di trovare nuovi stimoli” ha raccontato il campione belga, che si è trovato splendidamente nella squadra di Patrick Lefevere, motivato dal modo di correre sempre aggressivo e dal senso innato della sfida.

“Se avessi continuato a concentrarmi sulle Ardenne avrei potuto vincere una quinta Amstel o una seconda Liegi, ma io voglio vincere quante più corse possibili. L’anno scorso ho vinto il Gp Isbergues e questo mi ha reso particolarmente contento semplicemente perché quella gara non l’avevo ancora vinta” ha aggiunto il corridore della Deceuninck, arrivato a quota cinque classiche monumento in carriera, ma soprattutto alla quarta diversa sulle cinque in calendario.

Si tratta di un risultato unico nel Ciclismo super specializzato degli ultimi anni, e per far capire quanto sia eccezionale e raro vincere in questa epoca quattro diverse classiche basti dire che neanche dei fuoriclasse come Boonen, Cancellara o Bettini ci sono riusciti, fermandosi a due o a tre.

‘Prima del Fiandre ero vuoto’

L’obiettivo della Parigi-Roubaix è stato messo nel mirino dopo il successo al Fiandre del 2017. Gilbert ha corso la Roubaix nella passata stagione, vivendo un quasi debutto visto che l’aveva disputata solo una volta agli albori della carriera. L’esperienza di un anno fa non fu fortunata per il campione vallone, che però prese le misure alla corsa.

“Ho fatto degli errori lo scorso anno, non ho bevuto abbastanza ed ho avuto un momento di debolezza. Ma ha fatto parte del processo di apprendimento, dovevo anche conoscere il percorso. Ora sapevo dove erano le curve, come era il pavè” ha raccontato Gilbert, che ha avuto un avvicinamento sofferto a questo nuovo assalto. “Ad Harelbeke e alla Gand Wevelgem ero andato bene, ma alla Dwars door Vlaanderen ero malato, è stato un periodo difficile per me. La notte prima del Fiandre non ho dormito, ero completamente vuoto, ma avevo lavorato così duramente per queste corse che volevo assolutamente partire” ha spiegato l’ex Campione del Mondo. La settimana di pausa tra Fiandre e Roubaix gli ha permesso di riprendersi, di allenarsi e tornare in grande forma.

“Mercoledì ho pedalato sei ore, sentivo che la condizione stava tornando e stamani sapevo di essere nel posto giusto” ha chiosato Gilbert, che poi in corsa ha trovato una clamorosa conferma alle sue sensazioni.