La prima maglia rosa del Giro d’Italia edizione 102 è stata assegnata allo sloveno Roglic (Jumbo-Visma) che ha dominato l’inedita cronoscalata al San Luca (precedendo Simon Yates e Vincenzo Nibali) nella giornata inaugurale di Bologna, prima tappa di una Corsa Rosa all’insegna delle salite: alcune inedite, altre leggendarie come i due grandi Passi alpini di Gavia e Mortirolo. Sparsi nelle ventuno tappe che compongono il Giro 2019 ben 47 GPM, due sole le frazioni esenti. Ovviamente i colli più aspri e i tapponi alpini su cui si deciderà la corsa entreranno in scena nella seconda parte, ma già dalla prima settimana saranno presenti difficoltà altimetriche che, per caratteristiche in questa prima fase, potrebbero esaltare il finisseur di turno.

Le salite per i finisseur

E’ il caso della sesta tappa (giovedì 16 maggio), Cassino-San Giovanni Rotondo, nel tratto a salire sul Gargano con le pendenze sopra il 6% della Coppa Casarinelle. Il giorno dopo le Svolte di Popoli (pendenza media del 5,5% e massima del 10%) che portano a L’Aquila dove terminerà la settima tappa (venerdì 17) partita da Vasto.

Quindi, a metà percorso la cronometro Riccione-San Marino, nona tappa (domenica 19 maggio) con salita finale (seconda categoria) di 12 km.

L’inedito Montoso, primo GPM di prima categoria del Giro

Giovedì 23 maggio con la dodicesima tappa, Cuneo-Pinerolo, arriverà il primo GPM di prima categoria della Corsa Rosa 2019: l’inedito e atteso Montoso, aspra salita di 8,8 km al 9,5% di pendenza media e picchi al 14% che sarà affrontata 32 chilometri prima del traguardo.

Nella giornata successiva, tredicesima tappa (venerdì 24) con partenza da Pinerolo, arrivo in salita a quota 2247 metri di Ceresole Reale (Lago Serrù) dopo aver scalato il Colle del Lys (dal suo versante più duro) e la novità Pian del Lupo con tratti sopra il 10%.

Courmayeur, il Monte Bianco si affaccia sulla Corsa Rosa

Spettacolare la quattordicesima tappa (sabato 25 maggio), Saint Vincent-Courmayeur, con il Monte Bianco che si affaccia sul traguardo al termine di una tappa alpina breve (131 km) ma quasi tutta in salita o in discesa.

Ci si arrampica sul Verrogne, Truc d’Arbe e Colle San Carlo prima degli 8 km della salita finale che attraverso la strada vecchia conduce a Courmayeur.

Ancora, domenica 26 maggio (quindicesima tappa, Ivrea-Como), le salite di Madonna del Ghisallo e Colma di Sormano.

Gavia e Mortirolo, imprese contro la forza di gravità

Giornata clou martedì 28 maggio con la sedicesima tappa, probabilmente la più spettacolare: il faticosissimo tappone alpino Lovere-Ponte di Legno (226 km) con la presenza delle mitiche Gavia e Mortirolo a rievocare pagine eroiche e imprese contro la forza di gravità.

L’ascesa del Gavia (dal versante bresciano) sarà la Cima Coppi di questa edizione (2618 metri). Spietato con le sue pendenze proibitive, il Mortirolo sarà invece la salita più dura del Giro: 11,9 km di ascesa alla media del 10,9% e picchi al 18%.

Dopo qualche giornata di relativo respiro, nuovo arrivo in salita (seconda categoria) alla diciannovesima tappa (venerdì 31 maggio, Treviso-San Martino di Castrozza) e ancora montagna il giorno dopo nella penultima tappa, la Feltre-Croce d’Aune in programma sabato 1° giugno, che presenta la Cima Campo e i Passi Manghen e Rolle prima dell’ultima scalata e dell’ultimo arrivo all’insù del Giro 2019. E un leggero strappo è addirittura previsto nella crono conclusiva di Verona. Il tutto sarà visibile in diretta tv su Rai Sport e Rai 2.