Daniil Medvedev si conferma l'astro più luminoso della NextGen del Tennis in questa lunga estate americana. Con un incredibile ruolino di marcia, il russo conquista la sua quarta finale degli ultimi quattro tornei disputati oltre oceano: Washington, Montreal, Cincinnati (dove ha vinto) ed ora la perla più preziosa di questa splendida collana, la finalissima dell'ultimo Slam di stagione a Flushing Meadows. Dati statistici alla mano, Daniil è il secondo russo che arriva così lontano a New York, il primo fu il grande Marat Safin che nel 2000 sollevò il trofeo battendo in finale Pete Sampras.
Grigor Dimitrov, semifinalista certamente non pronosticato che ha avuto il grande merito di mandare a casa sua maestà Roger Federer, ha lottato alla pari soltanto nel primo set chiuso al tie-break. In questo momento, però, Medvedev è forse il tennista più in forma del circuito, più forte anche delle tante partite messe nelle gambe in così pochi giorni e di qualche acciacco di troppo che ha rischiato di condizionarlo nel quarto di finale contro Wawrinka. Incerottato, ma vincente ed è quello che conta. Per la cronaca lo score della prima semifinale all'Arthur Ashe Stadium è stato 7-6 6-4 6-3 in favore di Daniil.
Pioggia di break nei primi due set
Medvedev parte in maniera devastante conquistando il break a zero nel primo game del match e lo consolida nel match successivo.
La risposta del bulgaro non si fa attendere, Grigor tiene il servizio e poi piazza il controbreak. Si procede poi secondo i turni di battuta con alcuni scambi prolungati che esaltano il pubblico neworychese, sul 6-5 in favore di Dimitrov ci sarebbe per lui l'opportunità di vincere il set, ma viene recuperato dal giovane moscovita che conquista il tie-break e lo vince al termine dell'ennesimo, combattutissimo scambio.
La partita si mantiene palpitante anche nel secondo parziale che si apre con un break di Dimitrov che, però, va in difficoltà nei giochi successivi dove subisce due break-point che, uniti al turno di battuta vincente consentono al russo di andare sul 3-1. Tuttavia arriva il turno di Dimitrov di strappare il servizio all'avversario e, successivamente, di consolidarlo nel gioco successivo: perfetta parità sul 3-3 e si prosegue con una vera altalena di emozioni e momenti di bel tennis.
Si riprende comunque ad andare con estrema regolarità ai servizi fino al 5-4 per Medvedev che riesce a mettere a segno un altro break ai vantaggi: 6-4 lo score del parziale, 2 set a 0 quello del match che a questo punto sembra saldamente nelle sue mani.
Terzo set senza storia
Nel terzo set c'è l'allungo decisivo di Medvedev, quando in vantaggio per 2-1 piazza il primo break di questo parziale e lo consolida nel game successivo. Con due set da recuperare e sotto 1-4 nel terzo, davanti al bulgaro c'è ora una montagna. La risposta è un turno di battuta con l'avversario che resta a 15, ma Dimitrov ha davvero bisogno della grande impresa per rovesciare l'inerzia di questo match, tant'è che il russo vince il game successivo e si avvicina sempre più alla meta.
Indolore l'ottavo game vinto da Dimitrov, perché tocca Medvedev servire per la finale di US Open sul 5-3 ed è un risultato già scritto: 19 anni dopo l'impresa di Safin, dunque, un altro figlio di Russia vola all'ultimo atto di Flushing Meadows e con grandi chances di ottenere il massimo.