La tappa che ieri ha portato i corridori della Vuelta Espana a Guadalajara resterà negli archivi come una delle più veloci di sempre nella storia del Ciclismo, con una pazzesca media di 50,6 km orari. La corsa è stata segnata da un forte vento che ha spezzato il gruppo già nelle fasi iniziali con pesanti ripercussioni anche sulla classifica generale. Nairo Quintana ha recuperato più di cinque minuti sulla maglia rossa di Primoz Roglic, risalendo fino al secondo posto in classifica. La tappa è stata poi vinta da Philippe Gilbert, al suo secondo centro personale in questa edizione della Vuelta.
Gilbert: ‘Una tappa che resterà nella storia’
Nel finale di corsa Gilbert ha risposto all’affondo di Sam Bennett superando il velocista irlandese nelle ultime centinaia di metri per sigillare una spettacolare prova di tutta la sua Deceuninck Quickstep, presente in massa nella prima parte del gruppo. Nel dopo tappa però l’ex Campione del Mondo ha parlato più di questa tappa pazzesca che della sua vittoria, a conferma ulteriore di quanto sia stata particolare questa giornata, corsa a tutta velocità dall’inizio alla fine.
“Penso che sia una tappa che rimarrà nei libri di storia a causa del modo in cui abbiamo corso”, ha dichiarato il corridore belga. “E’ stato pazzesco. Siamo andati subito con un gruppo di circa quaranta corridori.
C’erano alcuni uomini di classifica come Quintana, noi avevamo Knox. Eravamo in sette della Deceuninck, è stato incredibile vederlo, avevamo un grande morale. Col passare dei chilometri abbiamo perso alcuni ragazzi a causa del vento trasversale e delle salite. È stato davvero tutto molto veloce”, ha continuato Gilbert.
‘A 75 all’ora in pianura’
Il vincitore della Parigi Roubaix ha parlato poi di alcuni dettagli che fanno meglio capire quale sia stato il ritmo infernale della corsa, senza nessuna pausa. “Ad un certo punto facevamo 75 all’ora in pianura. Io avevo un 54 x 11 e giravo continuamente”, ha dichiarato Gilbert riferendosi al rapporto utilizzato, una combinazione usata solitamente nelle volate e che qui invece si è rivelata quasi insufficiente a seguire il ritmo in pianura.
“In 17 anni di professionismo non credo di averlo mai fatto, è stato davvero molto folle”, ha continuato l’ex iridato aggiungendo che “è stato come fare una cronometro a squadre di 220 km”.
Oltre alle due vittorie di tappa già ottenute in questa Vuelta Espana Gilbert ha trovato la consapevolezza di essere sulla giusta strada in vista dei Mondiali del prossimo 29 settembre. “Quando sono venuto qui ho detto che non c’erano molte possibilità ma ora ho già due tappe e una terza potrebbe essere possibile. La cosa più importante però è che questo conferma ancora una volta che ho la forma e la forza per i Mondiali”, ha concluso il campione.