Qualche mese fa, nel corso di un'intervista, John McEnroe aveva sottolineato l'importanza di un 'duello' nella carriera di un tennista e di uno sportivo in generale. Esiste il campione ed anche un rivale altrettanto forte contro cui si batte e questo dualismo finisce per renderli unici entrambi. "Federer deve ringraziare Nadal - aveva detto McEnroe - perché se non avesse avuto un rivale così forte, non sarebbe stato tanto amato come oggi". Difficile dire se il 'Fedal' sia la rivalità più grande della storia dello sport, certamente è una delle più spettacolari e longeve.

Una sfida che continua ancora oggi ed è ancora apertissima, diretta ed indiretta, visto che con i successi conseguti nel 2019 a Parigi e New York, Nadal si è portato ad un solo titolo dal record di Slam detenuto da 'King Roger'. A riconoscere l'importanza di Rafa Nadal nella sua carriera è stato lo stesso Roger Federer in una recente intervista.

'Rafa è una persona speciale'

Ci sono tre momenti da fotografare in questa stagione per quanto riguarda l'infinito 'Fedal', il primo è relativo alla semifinale del Roland Garros vinta da Nadal sul rivale di sempre in cui ha confermato la supremazia assoluta sulla terra rossa. Il secondo è legato ad un'altra semifinale Slam, quella di Wimbledon vinta da Federer che sull'erba è di casa e lo ha ricordato allo spagnolo.

Poi la recentissima Laver Cup che li ha visti dalla stessa parte della barricata, due compagni di viaggio uniti da stima e rispetto reciproco che quando si trovano 'l'un contro l'altro armati' si affrontano senza esclusione di colpi, ma visti insieme sono uno spot generazionale per chiunque voglia avvicinarsi ad una pratica sportiva.

"Rafa è una persona speciale nella mia carriera - ha detto Federer - e giocare contro di lui è sempre una sfida estrema che, però, mi ha reso un giocatore migliore".

Roger ricorda il trionfo agli Australian Open 2017

Ci sono tanti capitoli del 'Fedal' che meriterebbero di essere ricordati, anche perché sono ormai storia e leggenda del Tennis.

Roger Federer preferisce non andare troppo indietro nel tempo e si focalizza sugli Australian Open del 2017, quando dinanzi a quasi 15.000 persone superò in cinque set in finale il maiorchino al termine di una battaglia epica. Il fuoriclasse svizzero nella circostanza rimontò un break nel quinto set, suggellando con le braccia alzate uno degli Slam più emozionanti degli ultimi dieci anni. Anche perché Roger sembrava aver intrapreso il viale del tramonto, ma quel gennaio australiano segnò l'avvio del suo rilancio. "Nel 2012 avevo vinto il mio 17esimo Slam a Wimbledon e pensavo che il 18esimo sarebbe arrivato più in fretta, ero deluso per me stesso e per i miei fan. La cosa più importante in quella circostanza fu il mio ritorno alle competizioni, ancora oggi sono felice quando gioco a tennis. Allora ero sicuro che tutto l'impegno che ho messo sarebbe stato ripagato".