Ancora una volta è stato respinto il ricorso per la medaglia d'oro olimpica Alex Schwazer, che ha provato a cancellare la sua squalifica per doping che gli impedisce di partecipare alle gare. L'ex olimpionico di Pechino 2008, che è stato squalificato per partecipare a qualsiasi manifestazione sportiva fino al 2024, per essere stato trovato recidivo per l'assunzione di sostanze proibite, ha provato ancora una volta a far sentire le sue ragioni presso le istituzioni, ma invano. Per l'ex marciatore di origine altoatesina si prospetta ancora una volta la paura di non poter partecipare alle prossime olimpiadi del 2020 a Tokyo.
L'accertamento delle responsabilità di Schwazer
L'ex atleta del gruppo sportivo dei carabinieri, accompagnato dal suo legale, si è recato al tribunale di Losanna, deputato a giudicare questo tipo di controversie legali legate al mondo dello sport. L'ex atleta azzurro ha continuato a sostenere la sua innocenza affermando che le sue provette delle urine che sono state raccolte dagli ispettori internazionali dell'antidoping, sono state, secondo il suo pensiero, oggetto di una possibile manipolazione. Questo nuovo riscontro di positività al doping, dopo un nuovo accertamento, ha portato all'allungamento della squalifica dell'ex marciatore italiano.
Il Tribunale di Losanna ha detto 'no'
Il ricorso, ancora una volta, è stato respinto.
Nelle motivazioni della sentenza del tribunale, non è stata dimostrata la "massima probabilità” della manipolazione delle urine usate per effettuare il controllo antidoping che ha poi portato alla nuova squalifica. Ma il legale di Schwazer, l'avvocato Gerhard Brandstaetter, ha dichiarato che nonostante questa nuova ricusazione da parte della magistratura, il suo cliente continuerà a battersi con la massima convinzione portando il procedimento davanti al tribunale federale, con l’obiettivo di portare tutte le prove necessarie per la definitiva sospensione della squalifica. Intanto il marciatore, che è specializzato nella gara dei 50 chilometri, continua lo stesso ad allenarsi sperando che a stretto giro di posta possa cambiare la sua situazione.
Ma all'indomani della decisione della Wada di squalificare gli atleti russi, sembra difficile per lui poter sperare in una sospensione, o quanto meno in una riduzione della squalifica. Anche perché, essendo stato trovato recidivo, c'è stata la difficoltà da parte della federazione per poterlo sostenere nella sua battaglia legale. È vero che per lui, dopo essere stato squalificato, ha dovuto anche lasciare a suo tempo il gruppo sportivo dei carabinieri, da tempo si allena in solitario, ma aspetta con fiducia il fatidico giorno della sua completa riabilitazione agli occhi del mondo sportivo.