Alan Minter ha perso il suo match più difficile, alla fine si è arreso a un tumore che lo affliggeva ormai da diversi anni. L'ex pugile, campione europeo e mondiale dei pesi medi, si è spento all'età di 69 anni: soprannominato 'Boom Boom', fu certamente tra i picchiatori più terrificanti della sua generazione. Il suo nome, purtroppo, è legato a una delle peggiori tragedie del pugilato italiano, la morte di Angelo Jacopucci nel 1978. Minter conquisterà la corona iridata due anni dopo battendo un altro pugile italiano, Vito Antuofermo.
Bronzo olimpico, pose fine alla carriera di Griffith
Nato a Crawley, Regno Unito, nella contea del West Sussex, si mette in mostra a livello internazionale da dilettante quando conquista il bronzo ai Giochi Olimpico di Monaco di Baviera nel 1972 nella categoria dei superwelter. Sul match di semifinale, però, pesa certamente un arbitraggio fin troppo casalingo che favorisce Dieter Kottysch che poi conquisterà il titolo olimpico. Disputa il suo primo match da professionista nell'ottobre dello stesso anno e sin dai primi combattimenti mette in mostra un coraggio da leone ma anche un tallone d'Achille non indifferente nella fragilità delle arcate sopracciliari. A ogni modo la sua carriera prosegue e nel 1977, dopo aver battuto due volte Kevin Finnegan, ottiene la chance per il titolo europeo contro il nostro Germano Valsecchi che viene messo ko dopo cinque riprese.
Nello stesso anno batte a Montecarlo il grande avversario di Nino Benvenuti, Emile Griffith (senza alcun titolo in palio, ndr) in quello che sarà l'ultimo combattimento della carriera del pugile delle Isole Vergini.
La tragedia di Jacopucci
Successivamente perde il titolo continentale al cospetto di Gratien Tonna, la nuova chance arriva però il 19 luglio 1978 dopo aver riconquistato il titolo britannico battendo Finnegan per la terza volta.
Avversario di Alan Minter è Angelo Jacopucci che commetterà l'errore di esporsi troppo ai tremendi colpi del 'bombardiere' dei Sussex: il combattimento termina dopo 12 round con il durissimo ko dell'italiano. La stessa notte, poche ore dopo il match, il pugile di Tarquinia si sente male e viene trasportato d'urgenza in ospedale dove si spegne tre giorni dopo.
Il titolo mondiale a Las Vegas, poi la sconfitta con Hagler
Corre l'anno 1980, a marzo Minter ha la sua chance mondiale al Caesars Palace di Las Vegas contro Vito Antuofermo, il match è valido per i titoli WBA e WBC dei pesi medi. Sarà una grande battaglia che si risolverà ai punti in favore del britannico con verdetto non unanime e sul quale pesano oltre modo i 12 punti di vantaggio sul cartellino del giudice Roland Dakin, suo connazionale. Inevitabile la rivincita che si disputa tre mesi dopo a Wembley, ma stavolta Antuofermo va incontro a un vero massacro tanto da spingere l'arbitro a fermare il combattimento dopo 8 round a causa delle ferite subite dal campione in carica. Alan Minter difenderà per la prima e unica volta la corona di campione del mondo dei pesi medi sempre nel 1980, il 27 settembre, contro l'astro nascente Marvin Hagler che gli strapperà le cinture dopo appena tre round: l'arbitro, infatti, fermerà l'incontro a causa delle solite arcate sopracciliari di Minter, entrambe spaccate dai colpi del 'meraviglioso' e l'interruzione scatenerà la reazione violenta del pubblico di Wembley che lancerà sul ring di tutto, dalle lattine di birra ai seggiolini.
Un comportamento da 'hooligans' che costringerà Hagler a lasciare in fretta e furia il quadrato insieme al suo staff.
Dopo aver perso il titolo, Minter salirà sul ring altre tre volte con due sconfitte, l'ultima in un match valido per il titolo europeo contro Tony Sibson: è il 15 settembre 1981, 'Boom Boom' annuncia subito dopo la sua decisione di appendere i guantoni al chiodo. Il suo personale, in nove anni di professionismo, è di 39 vittorie (23 per ko) e 9 sconfitte.