Nella mattinata di sabato 26 settembre, il presidente dell'Uci (Unione Ciclistica Internazionale) Lappartient ha parlato di numerosi temi importanti durante un incontro avvenuto con la stampa. Tra le tematiche affrontate, il numero uno dell'Uci ha parlato anche dell'inchiesta anti-doping aperta per verificare se i team utilizzino o meno dei dispositivi tecnologici per entrare in possesso di dati in tempo reale sui propri corridori e sugli avversari. Pratica, questa, considerata illegale.
Lappartient e l'acquisizione illegale di dati: 'Sembra sia successo'
David Lappartient, come detto, ha dedicato diverso tempo alla questione dell'acquisizione illegale di dati. L'Uci, in questo senso, sta ancora indagando sull'incidente avvenuto più di un mese fa al belga Remco Evenepoel durante il Giro della Lombardia. Il giovane, infatti, cadde durante la corsa e, subito dopo, venne assistito dal suo direttore sportivo Bramati. Esso, nella prima fase del soccorso, gli tolse un oggetto dalle tasche. Qualcuno ha ipotizzato che tale oggetto fosse un modem, utilizzato per entrare in possesso in tempo reale dei dati della corsa. Versione, questa, smentita ripetutamente dal team. L'indagine dovrà appurare la natura di questo oggetto.
Intanto, però, Lappartient ha manifestato la sua preoccupazione sull'eventuale uso di tali sistemi tecnologici. Ciò "sembra che sia avvenuto", come dichiarato dallo stesso numero uno dell'Uci affermando che potrebbero essere stati raccolti dei dati in tempo reale durante le corse. La Federazione, dunque, dovrà indagare anche su questa vicenda.
'Necessario un protocollo nel caso di colpi alla testa'
Ma durante l'incontro con la stampa Lappartient ha parlato anche della questione infortuni. In particolare, il presidente ha affermato la necessità di creare anche nel Ciclismo un protocollo da seguire nel caso in cui un corridore dovesse subire un colpo alla testa. In questo senso è emblematico ciò che è avvenuto a Bardet durante l'ultimo Tour de France: il corridore francese, durante la tredicesima tappa della corsa, era caduto a terra sbattendo la testa.
Nonostante questo era risalito in sella alla sua bici e aveva terminato la tappa. Solo in seguito ci si è accorti che il ciclista aveva in corso una commozione cerebrale.
Infine si è parlato anche del protocollo anti-Covid, che durante il Tour de France ha permesso di effettuare 9.500 test, rintracciando 21 positivi tra corridori e membri dello staff. Anche durante i Mondiali di Imola sono stati effettuati numerosi tamponi (1.200), che hanno permesso di trovare una positività. Tali protocolli, durante la Vuelta, saranno ancora più rigorosi visti i numerosi contagi riscontrati in Spagna nelle ultime settimane.