L’ultimo brivido di questa Vuelta Espana e della stagione 2020 del Ciclismo su cui cala il sipario lo hanno regalato i velocisti sul traguardo finale di Madrid. L’ultima tappa della corsa spagnola è stata la classica passerella con i festeggiamenti e gli omaggi ai grandi protagonisti della corsa, su tutti il vincitore Primoz Roglic, che ha portato a casa non solo la classifica generale ma anche quella a punti e ben quattro vittorie di tappa. La corsa è poi entrata nel suo clima più agonistico nel circuito finale nel centro di Madrid, fino allo sprint che ha visto una sfida all’ultima pedalata tra Pascal Ackermann e Sam Bennett.
Per scoprire il vincitore è servito il fotofinish, che ha premiato Ackermann per una manciata di centimetri.
🏆El podio final / The final podium
🥇 @rogla
🥈 @RichardCarapazM
🥉 Hugh Carthy
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Vuelta, la seconda volta di Roglic
La tappa finale della Vuelta Espana è andata via con il consueto rituale di ogni grande giro che si conclude con una tappa in linea. Tante foto, festeggiamenti e sorrisi per i corridori arrivati in fondo a questa bella avventura che ha segnato anche la chiusura della stagione professionistica, e soprattutto per Primoz Roglic. Lo sloveno si è messo alle spalle il traumatico finale del Tour de France, ha reagito e corso da campione in tutte le gare a cui ha partecipato dopo la sconfitta subita ad opera di Pogacar ad un passo dal trionfo più ambito.
Roglic ha preso il comando della corsa fin dalla prima tappa, cedendolo per due brevi parentesi a Carapaz, ed attorniato da un’ottima squadra ha approfittato al meglio di tutte le occasioni utili per evidenziare le sue qualità migliori. La sua seconda vittoria consecutiva alla Vuelta Espana è arrivata con un vantaggio minimo, 24’’ su Carapaz, ma con pieno merito.
Ad inizio tappa Roglic ha posato con Carapaz e Carthy, secondo e terzo arrivato, quindi con gli altri corridori che hanno vinto le classifiche secondarie, poi la Jumbo Visma si è messa in testa per guidare la piacevole passeggiata verso Madrid e il circuito finale.
Super sprint tra Ackermann e Bennett
La corsa si è subito animata nel classico circuito disegnato nel centro della capitale spagnola, con l’attacco di Tim Wellens seguito da Willie Smit e più avanti anche da Gonzalo Serrano e da Dmitry Gruzdev.
Il quartetto ha marciato a più di cinquanta all’ora ma le squadre dei velocisti non si sono lasciate sfuggire quest’ultima occasione di giocarsi il successo. La Deceuninck è stata molto attiva nella rincorsa e al passaggio che ha aperto l’ultima tornata il gruppo si è ricompattato. Nel finale lo squadrone belga è stato però sopravanzato dalla Bora di Pascal Ackermann, che è riuscito a lanciarsi davanti a tutti nello sprint finale. Dopo essersi un po’ disuniti i Deceuninck sono riusciti comunque a mettere Sam Bennett in scia al tedesco, in buona posizione per cercare la rimonta. L’irlandese ha tentato il sorpasso riuscendo quasi ad affiancare il rivale, ma il fotofinish ha certificato la vittoria di Ackermann per pochi centimetri, con Max Kanter al terzo posto.
Etapa 18 - Stage 18 | #LaVuelta20
🇪🇸 Vive el último kilómetro de la victoria de @Ackes171 en la última etapa gracias a @CarrefourES
🇬🇧 Live the last km. of Pascal Ackermann's victory in the last sprint thanks to @CarrefourES#CarrefourConLaVuelta pic.twitter.com/JQVhlFnbZx
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Poi la Vuelta Espana ha fatto calare definitivamente il sipario su questa edizione numero 75 con le premiazioni finali, una cerimonia molto diversa rispetto a quelle degli anni scorsi, senza la festa del pubblico e con i vincitori delle varie classifiche arrivati sul podio con già le maglie e i trofei. Una premiazione al tempo della Covid che ha visto sfilare Enric Mas, maglia bianca dei giovani, Guillaume Martin, maglia a pois dei Gpm, la Movistar per la classifica a squadre e Remi Cavagna come super combattivo.
Poi il numero uno, Primoz Roglic, vincitore della classifica finale e accompagnato sul podio da Carapaz e Carthy, ma anche della maglia verde a punti. È finita così la stagione 2020 compressa in cento giorni, dal 1° agosto a questo 8 novembre, in cui il ciclismo è riuscito a mandare in scena quasi tutti gli eventi più importanti, ad eccezione della Parigi Roubaix, tra mille ostacoli e nella speranza di aver portato qualche ora di spensieratezza in questi mesi così difficili.
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