Leon Spinks, ovvero l'esempio di come la carriera di un pugile possa essere legata a una notte assolutamente indimenticabile senza la quale sarebbe stata una carriera assolutamente ordinaria. Era professionista da meno di un anno, la notte del 15 febbraio 1978, quando il 24enne campione olimpico dei mediomassimi ebbe la chance di combattere per i titoli dei pesi massimi versione Wbc e Wba contro il più grande di tutti, Muhammad Ali. Al termine di 15 riprese, con un verdetto non unanime (il giudice Art Lurie aveva assegnato un punto in più al campione), gli avrebbe strappato le cinture realizzando una delle più grandi sorprese dell'intera storia dei pesi massimi.
Leon Spinks non c'è più, è deceduto all'età di 67 anni ad Henderson, nel Nevada, dopo una lunga battaglia contro un tumore.
L'ascesa al titolo
Nato a St. Louis nel 1953, Leon Spinks aveva vissuto una straordinaria carriera da dilettante, culminata con il titolo olimpico vinto ai Giochi di Montreal del 1976. Il debutto da professionista avvenne in Europa, a Liverpool, nel marzo 1977 quando mise ko al primo round Peter Freeman. Una serie di combattimenti decisamente 'su misura' per lui nei mesi successivi con qualche patema, come il pari con Scott Ledoux a Las Vegas nell'ottobre dello stesso anno e, in novembre, la vittoria ai punti tutt'altro che agevole contro il nostro Alfio Righetti. Poi la grande chance, quella che pochi pugili possono avere nella vita dopo appena otto incontri da professionista, il match per il titolo al cospetto del re.
Muhammad Ali deteneva i titoli Wbc e Wba dei pesi massimi dal 30 ottobre del 1974, dal leggendario 'Rumble in the Jungle' in cui aveva detronizzato George Foreman. In mezzo anche il drammatico 'Thrilla in Manila' del 1975, il terzo e più violento combattimento contro Joe Frazier che lo aveva duramente segnato. I pronostici sono comunque scontati la notte della sfida tra Ali e il giovane ex mediomassimo, ma quest'ultimo non mostra alcun timore reverenziale dinanzi ad Ali e lo aggredisce fin dai primi round.
Il campione subisce quasi passivamente per cinque riprese, poi prende le misure e il match diventa più equilibrato: tuttavia Spinks riesce a tenere intatto quel 'tesoretto' accumulato nella parte iniziale del combattimento che lo premia sui cartellini di due giudici su tre.
Un regno di breve durata
Ali è ovviamente ferito dall'inattesa sconfitta e il suo staff preme per l'immediata rivincita.
Leon Spinks accetta il rematch, nonostante gli costi una cintura: il Wbc infatti lo considera decaduto alla luce della sua decisione di non affrontare lo sfidante obbligatorio Ken Norton. I due pugili si ritrovano dunque al Superdome di New Orleans il 15 settembre 1978, esattamente sette mesi dopo Las Vegas, e questa volta per il giovane campione del mondo non c'è storia: Muhammad Alì vince nettamente ai punti e si riprende il titolo, l'anno successivo annuncerà il suo ritiro dal pugilato salvo ripensarci esattamente un anno dopo. Sappiamo tutti che sarà l'errore più grave della sua straordinaria carriera, ma questa è un'altra storia.
Un'altra chance mondiale, poi l'oblio
Leon Spinks è ancora molto giovane nel 1978 e la sua strada continua, anche se inizialmente nel peggiore dei modi.
Dopo aver perso il titolo, infatti, affronta Gerrie Coetzee che lo mette al tappeto tre volte nel primo round infliggendogli il primo ko della carriera. Tuttavia si rialzerà e avrà anche una seconda chance iridata il 12 giugno 1981 a Detroit contro Larry Holmes che, però, lo mette ko in tre round. Per i 14 anni successivi, fino al 1995, andrà all'inseguimento di quella fugace gloria perduta: qualche squillo, ma anche tante sconfitte tra cui quella contro il nostro Angelo Musone a Jesi nel 1987. Tuttavia il cognome Spinks è destinato a restare indelebile nella storia dei pesi massimi, merito del fratello Michael che battendo Larry Holmes ai punti nel 1985 diventerà il primo mediomassimo a conquistare il titolo nella categoria regina. Una sorta di 'vendetta familiare' nei confronti dell'uomo che aveva tolto a Leon l'ultimo sogno di salire in cima al mondo.