Una vera e propria rivoluzione sarà quella che attende il mondo del Ciclismo femminile. Nella giornata di ieri, mercoledì 22 settembre, l'Uci ha annunciato l'introduzione di una serie di misure che equiparranno il circuito femminile a quello maschile. L'obiettivo, infatti, è l'uguaglianza. Ed ecco, dunque, che la federazione ha previsto anche le per cicliste donne lo status di neopro, così come avviene per i corridori uomini.

L'uguaglianza tra ciclismo maschile e femminile passerà anche dagli stipendi

Lo status di neoprofessioniste, così come accade anche con gli uomini, verrà dato a tutte le corritrici che hanno meno di 23 anni e che firmano un contratto che le lega a un team del World Tour.

Ma se si vuole raggiungere una vera e propria parità tra circuito maschile e femminile è necessario lavorare anche sugli stipendi, e questo l'Uci lo sa. Per questo la federazione ha previsto che il minimo salariale del World Tour femminile sarà lo stesso di quello Professional maschile. Ciò avverrà dal 2023, con la speranza di dare al via a un processo che possa portare, nel più breve tempo possibile, a una parità di salario minimo tra World Tour maschile e femminile. A partire dal 2026, invece, le licenze World Tour femminile potrà contare sulla stessa lunghezza e condizioni delle licenze di quelle in vigore nel circuito maschile. Nel biennio precedente (2024-2025) è invece previsto un periodo di transizione, preparatorio al cambiamento.

In arrivo la versione femminile del Giro di Romandia

Per quanto riguardano le corse, invece, l'Uci ha previsto l'introduzione della versione femminile del Giro di Romandia, storica corsa che, nel circuito maschile, si corre ogni anno da 75 anni. La prima edizione 'rosa' è prevista già a partire dal prossimo anno, ovvero nel 2022.

Ma l'Uci ha deciso di apportare dei cambiamenti anche all'interno del circuito del ciclismo maschile. Tra le novità più importanti vi è la decisione di chiedere ai corridori di sospendere l'uso dei chetoni. Tali sostanze, infatti, sono attualmente sotto indagine per verificare se modifichino o meno le prestazioni sportive. Ad ora, come ricorda priprio la federazione, non vi sarebbero prove che le sostanze abbiano influenza sulle performance; tuttavia, come misura di precauzione, l'Uci ha scelto di vietarne l'uso.

Molto probabile che, in tale decisione, abbia influenzato anche la posizione della MPCC (Mouvement Pour un Cyclisme Crédible) , che nelle scorse settimane ha più volte manifestato la propria posizione contraria all'uso di tali sostanze, invitando l'Uci a prendere una posizione. In attesa che le indagini diano i loro responsi, i team che abitualmente utilizzano queste sostanze si dicono fiduciose e tranquille.