Le ultime pedalate di questa infinita stagione di Ciclismo professionistico sono state date oggi con una corsa al debutto, la Veneto Classic, ambizioso evento di chiusura del progetto Ride to Dreamland, promosso dall’ex campione Filippo Pozzato. Seppure con una starting list non di altissimo livello, la corsa si è rivelata molto interessante e vivace, grazie anche a un percorso impegnativo e tecnico. A decidere la sfida è stata una fuga di Matteo Trentin e Samuele Battistella, partiti dopo il secondo passaggio dal muro della Tisa. Trentin, poi, è stato tagliato fuori da una banale caduta, mentre Battistella ha reagito con grande energia al tentativo di rimonta orchestrato dalla UAE ed è andato a centrare il primo successo in carriera.

Veneto Classic, fuga a sette

Già archiviate tutte le corse di primo piano con il Lombardia di sabato scorso, il ciclismo professionistico ha regalato gli ultimi scampoli d’azione in queste giornate di metà ottobre. L’ultima settimana di corse del 2021 è stata contrassegnata dalla nascita di Ride to Dreamland, un progetto promosso da Filippo Pozzato e composto da quattro giornate, dedicate sia ai professionisti che ai cicloamatori.

Nella giornata del 17 ottobre l’evento si è concluso con la nuova corsa Veneto Classic, che già nel nome ha delineato la sua cifra tecnica da classica del nord. La gara ha portato i corridori a confrontarsi in uno scenario molto interessante sia dal punto di vista tecnico che paesaggistico, con il via da Venezia e l’arrivo a Bassano del Grappa dopo poco più di 200 km caratterizzati da numerosi strappi.

La prima parte della Veneto Classic ha visto partire una fuga con sette corridori: Peter Rikunov (Gazprom-RusVelo), Luka Pajek (Hrinkow Advarics Cycleang), Matteo Zurlo (Zalf Euromobil Fior), Lorenzo Visintainer (General Store Essegibi), Federico Burchio (Work Service Marchiol), Simone Bevilacqua (Vini Zabù) e Paolo Toto (Amore & Vita).

Il gruppo ha controllato agevolmente la situazione, con UAE e Astana, le squadre più forti, a presidiare le posizioni di testa.

Ciclismo, la caduta di Trentin lancia Battistella

La corsa è entrata davvero nel vivo nei due passaggi dal muro della Tisa, uno strappo in pavé di 300 metri dal sapore tipicamente fiammingo. La fuga è stata annullata e il gruppo si è frantumato in diversi tronconi.

Subito dopo il secondo transito, la UAE ha promosso una serie di attacchi da cui è scaturita una nuova fuga con Matteo Trentin (UAE), Samuele Battistella (Astana) e Riccardo Verza (Zalf).

La situazione è parsa andare a tutto vantaggio dei battistrada. UAE e Astana, squadre faro della corsa, hanno difeso la fuga e il gruppo inseguitore non è riuscito a organizzare una rincorsa efficace. La corsa è cambiata per un episodio improvviso, una vola entrati nel circuito finale con le tre ascese alla salita della Rosina. Verza è rimasto ben presto staccato, ma la coppia Trentin – Battistella, che sembrava lanciata verso l’arrivo, si è divisa a causa di una caduta del corridore della UAE, che probabilmente ha toccato la ruota posteriore del compagno di fuga.

Battistella si è così trovato improvvisamente tutto solo al comando e la situazione tattica si è ridisegnata con una UAE a organizzare un difficile inseguimento. Trentin ha dato le sue ultime energie per lanciare l’andatura del gruppo inseguitore, comprendente anche i compagni Formolo, Hirschi e Ulissi. Anche Formolo si è sacrificato per i compagni, mentre Hirschi ha dato la sua stoccata sull’ultimo strappo del percorso, a circa quattro chilometri dall’arrivo. Battistella è sembrato sul punto di essere ripreso, ma il giovane veneto ha potuto contare su uno splendido lavoro di stopper da parte di Lutsenko, partito con i gradi di capitano e di principale favorito, ma pronto a sacrificarsi per il compagno.

Il kazako ha di fatto bloccato la rincorsa del gruppetto, comprendete oltre ad Hirschi anche Restrepo e Rochas, permettendo così a Battistella di riguadagnare spazio e di andare a trionfare sul traguardo di Bassano del Grappa.

Hirschi ha vinto la volata per il secondo posto davanti a Restrepo, che si è preso un podio di grande valore per sé e per la Androni, mentre Lutsenko, pago della vittoria di squadra, ha chiuso quarto.