La maglia iridata vinta per il secondo anno consecutivo è valsa a Julian Alaphilippe anche il titolo di “Campione dei Campioni”, un premio istituito da L’Equipe che decreta il miglior sportivo francese dell’anno. In questa speciale classifica costruita con i voti dei giornalisti de L’Equipe, il corridore della Deceuninck Quickstep ha superato il motociclista Fabio Quartararo, Campione del Mondo della MotoGP, e lo sciatore Alexis Pinturault, vincitore della Coppa del Mondo. Per celebrare il trionfo di Alaphilippe, il giornale francese ha organizzato una speciale intervista che ha messo a confronto il Campione del Mondo con una delle leggende del Ciclismo, Bernard Hinault.

Hinault: ‘Puntare sul Tour sarebbe un rischio’

Con Hinault e Alaphilippe il tema dell’intervista non poteva che riguardare in buona parte l’assalto alla maglia gialla del Tour de France. Hinault è stato l’ultimo francese a vincere la Grande Boucle, nell’ormai lontano 1985. In questi tre decenni e mezzo gli appassionati transalpini hanno atteso invano una nuova maglia gialla a Parigi per colmare questo vuoto che sta diventando ormai un tabù. Dopo anni di delusioni e di assenza dai piani alti della classifica generale, la Francia è tornata a sognare e a entusiasmarsi proprio con Julian Alaphilippe. La sua straordinaria e inattesa avventura in maglia gialla al Tour de France 2019 ha esaltato i francesi, fino ad infrangersi a poche tappe dalla fine per mano di Egan Bernal, poi vittorioso a Parigi.

Alaphilippe concluse quel Tour al quarto posto, dando l’impressione di aver messo un punto di partenza da cui poi andare nuovamente all’assalto del Tour, con più convinzione, negli anni successivi. Il prosieguo non è stato però su questa linea per il Campione del Mondo, che nonostante le sollecitazioni arrivate da più parti, non si è più misurato davvero con la classifica generale del Tour, concentrandosi sui suoi terreni di caccia più consoni, le vittorie di tappa e le grandi corse di un giorno.

Bernard Hinault ha condiviso le scelte di Alaphilippe e i suoi programmi incentrati su altri obiettivi piuttosto che sulla vittoria del Tour.

Secondo il campione bretone, concentrarsi sulla vittoria della maglia gialla sarebbe “un grosso rischio” per Alaphilippe, che ha apprezzato questo commento. “E’ un riassunto perfetto” ha risposto il Campione del Mondo.

“Perché rischiare di concentrare una stagione per un solo obiettivo? Basta ammalarsi o cadere nelle prime tappe e tutto è finito. Non puoi pianificare nulla durante il Tour” ha commentato Alaphilippe, che tra i motivi che lo hanno spinto a non puntare sulla vittoria del Tour ha messo in primo piano anche l’esplosione della nuova generazione di campioni, e soprattutto di Pogacar. “Sono ancora motivato a fare il Tour de France, ma ho 30 anni. Ora ci sono dei corridori di 22 anni che arrivano e salgono sul podio alla prima corsa di tre settimane, corridori come Pogacar che vincono ovunque, sempre” ha commentato Alaphilippe.

Julian Alaphilippe: ‘Ogni corsa è una guerra’

Secondo il due volte Campione del Mondo di ciclismo, gli inviti a pianificare l’assalto alla maglia gialla sono frutto di una visione un po’ superficiale, costruita anche sull’onda emotiva di quanto avvenuto nell’edizione 2019.

“La gente dimentica quanto sia difficile vincere anche solo una tappa al Tour de France, il livello è altissimo. Ogni corsa è una guerra” ha analizzato Alaphilippe, che ha incassato grandi elogi da Hinault. Il vecchio campione non è sempre stato tenero con le nuove generazioni di corridori, ma ha dichiarato di apprezzare lo stile aggressivo di Alaphilippe.

“Nel gruppo moderno sei uno dei rari corridori che ci provano ad ogni occasione. Tu, Van der Poel e Evenepoel state portando questo cambiamento. Per molto tempo le grandi squadre hanno comandato e agli altri non era permesso muoversi. Ragazzi, avete deciso di cambiare questa cosa ed è fantastico da vedere” ha commentato Bernard Hinault.

Alaphilippe ha continuato parlando dell’importanza dell’aspetto mentale nel ciclismo, che secondo il corridore francese è il punto che fa veramente la differenza tra una vittoria e una sconfitta.

“Devi amare soffrire per vincere le corse, devi essere in grado di scavare davvero a fondo nel dolore per fare grandi cose. Devi essere un masochista per andare in bicicletta, è uno sport così difficile. Un ragazzo che ti dice che non ama il dolore non avrà una grande carriera. In corsa entra in gioco una dimensione psicologica enorme per superare i propri limiti. Tutti si allenano duramente oggi, tutte le squadre sono al top, ma è la testa che fa la differenza” ha sentenziato Julian Alaphilippe.