Dal pavè del Fiandre e della Roubaix al prato del Vanden Stock. È la curiosa traiettoria professionale che ha seguito la vita di Kenny Dehaes, buon ciclista professionista per 15 anni e ora massaggiatore della squadra di calcio dell’Anderlecht. L’ex corridore belga ha chiuso l’attività nel ciclismo al termine della stagione 2019, a 35 anni, ed ha iniziato subito una nuova carriera da massaggiatore. Dehaes ha però deciso di abbandonare il ciclismo e la sua vita perennemente in giro per il mondo, trovando un lavoro più stanziale nel calcio.

Dehaes: ‘Duecento giorni all’anno lontano da casa’

Kenny Dehaes ha gareggiato nel Ciclismo professionistico dal 2005 al 2019, segnalandosi come un corridore dal buon spunto in volata, ma senza le qualità del campione. Nella sua lunga carriera ha messo insieme un bel palmares con quattordici vittorie, tra cui semiclassiche come la Nokere Koerse e il Gp de Denain, e tante presenze nelle grandi corse del pavè. L’ultima avventura nel ciclismo pro è stata con la Wallonie Bruxelles, piccola squadra belga con cui ha chiuso l’attività nel 2019.

Dehaes è poi entrato nello staff della Alpecin Fenix nel nuovo ruolo di massaggiatore. L’ex corridore belga ha seguito Mathieu Van der Poel e compagni per tutta la stagione 2020, ma ha poi deciso di lasciare definitivamente il mondo del ciclismo.

“Ho fatto due grandi giri e sono stato lontano da casa per più di duecento giorni in un anno. Quando sono tornato a casa mi sentivo un estraneo. Ho rischiato di perdere gran parte del’educazione dei miei figli e mi sono sentito in colpa con mia moglie”, ha raccontato Dehaes in un’intervista al giornale belga Het Nieuwsblad.

‘Nel calcio massaggi più brevi ed intensi’

L’ex corridore della Lotto Soudal ha quindi trovato un posto come massaggiatore nello staff della squadra di calcio dell’Anderlecht, e con questo nuovo lavoro ha avuto l’opportunità di tornare a vivere la quotidianità della famiglia.

Dehaes ha potuto valutare sul campo le differenze tra il calcio e il ciclismo.

“I massaggi nel calcio sono più brevi, ma più intensi. Per un ciclista, un massaggio dura spesso un’ora e si curano i piedi, la schiena, le gambe e il collo. Lunedì un nostro calciatore ha chiesto di essere massaggiato solo al polpaccio destro. Bastano dieci minuti, ma devi spremere di più”, ha dichiarato l’ex corridore belga, spiegando che questo è dovuto al differente tipo di sforzo richiesto nei due sport.

“I calciatori hanno più potenza. In una partita fanno ogni sforzo a tutta, mentre durante una corsa di ciclismo sei al top dello sforzo solo per l’ultima delle cinque ore di gara”, ha commentato Dehaes.