Questa volta non sono state lacrime di gioia quelle versate dalla pattinatrice russa Kamila Valieva, durante i giochi olimpici di Pechino 2022. L'atleta, quindici anni appena, non ha retto allo stress piombato su di lei dopo la scoperta della sua positività alla trimetadizina ed è caduta più volte durante l'esibizione; la lunga serie di errori le è valsa l'esclusione dal podio, con i primi due posti occupati invece dalle connazionali Anna Shcherbakova e Aleksandra Trusova, e il terzo posto dalla giapponese Kaori Sakamoto.
A ben vedere tuttavia, la classificazione del programma libero non ha suscitato gioia in nessuna delle atlete, nemmeno tra le vincitrici, segno di un malessere generale sotteso da molti anni a questo sport; la conquista della medaglia d'argento ha infatti scatenato le lacrime di rabbia della Trusova che ha dichiarato di odiare il pattinaggio e di non voler tornare più sulla pista.
A pochi metri da lei piange a dirotto anche Sakamoto.
Il presidente del Cio turbato dal trattamento del team per Valieva
Lo sfogo della Valieva, immortalato da uno scatto che racconta tutto, non è passato inosservato. E ancor meno le parole del suo team: "Perché hai mollato? Perché? Dimmelo...", ha detto la sua allenatrice Eteri Tutberidze mentre attendevano i voti, senza preoccuparsi minimamente dello stato d'animo della sua atleta.
Il gelo con cui lo staff russo ha affrontato un momento così delicato per la quindicenne ha turbato anche il Presidente del Comitato del Olimpico Internazionale, Thomas Bach: "lo stress mentale della Valieva era evidente ed è stato agghiacciante vedere la freddezza con cui è stata ricevuta dal suo entourage dopo gli errori - ha affermato Bach - i veri colpevoli di questa vicenda sono coloro che hanno somministrato quel farmaco".
Il numero uno dei Cio ha ribadito anche di aver chiesto alla Wada (Agenzia mondiale antidoping) di indagare sugli allenatori e su tutto il team intorno alla Valieva.
La proposta del Cio sull'età minima per le grandi competizioni
La bufera in cui è finito il pattinaggio di figura durante questa Olimpiade ha acceso i riflettori possibilità di innalzare l'età minima degli atleti che partecipano ai giochi.
Bach ha dichiarato che il Cio esaminerà le regole relative ai limiti di età nelle competizioni tra adulti (minimo 17 anni, per poi passare ai 18), valutando inoltre attentamente se applicare ai minorenni le stesse sanzioni antidoping degli atleti "senior".
La conferma è arrivata anche da Andrea Gios, presidente della Federghiaccio, il quale ha sottolineato come l'Italia sostenga la necessità di questa riforma, insieme a molti altri Paesi.
"Questa ragazza è stata massacrata, non è riuscita nemmeno a pattinare", ha affermato Gios. "Se i russi avessero reso noto il test due mesi fa anziché durante l'Olimpiade, tutto questo non sarebbe successo - poi ha concluso - in questo sistema c'è qualcosa che non va".