Il Tour de France, che si è concluso domenica 24 luglio a Parigi con il trionfo di Jonas Vingegaard, ha lasciato alla Movistar un bilancio del tutto negativo. Fino a qualche stagione fa, la squadra spagnola era abituata a giocare un ruolo da protagonista nei grandi giri, con campioni come Nairo Quintana, Alejandro Valverde e Richard Carapaz, ma via via è scivolata sempre più nelle retrovie. Eusebio Unzué, storico Team manager della squadra spagnola, ha costruito il nuovo corso attorno a Enric Mas, ingaggiato nel 2020 per essere il punto di riferimento per le corse a tappe.

'Mas non è pronto'

Mas non è però riuscito a fare quel definitivo salto di qualità che molti si attendevano da lui e che lo avrebbe dovuto portare tra i campioni in grado di lottare per la vittoria di un grande giro. Solo alla Vuelta España dello scorso anno, lo scalatore spagnolo ha avuto uno sprazzo convincente, concludendo al secondo posto, ma in questa stagione non ha mai dato seguito a quei risultati. Al Tour de France la Movistar lo ha designato ancora come suo leader per la classifica, ma Mas si è ritirato a pochi giorni dalla fine quando occupava l’undicesimo posto della generale dopo una corsa anonima e deludente.

Eusebio Unzué ha commentato in maniera molto netta la prestazione del suo corridore, rilasciando delle dichiarazioni al giornale El País che hanno il sapore della stroncatura.

“Quello che è successo a Enric Mas al Tour de France ci fa capire che a 27 anni non ha ancora le competenze per essere un leader” ha criticato il manager del Team Movistar, che però sembra intenzionato a dare ancora qualche chance al corridore. “Non è pronto per un ruolo da leader di una squadra e per sostenere i sogni di un paese.

Dobbiamo essere pazienti e aspettare che maturi” ha spiegato Unzué.

Ciclismo, Unzué: 'La differenza la fanno i corridori'

Nel suo sfogo Eusebio Unzué ha parlato del divario emerso durante il Tour de France tra la sua Movistar e i top team, su tutti la Jumbo-Visma. Secondo il manager spagnolo a fare la differenza è esclusivamente il budget messo a disposizione dagli sponsor, che permette di reclutare i corridori più forti, mentre a livello di organizzazione la sua squadra non avrebbe nulla da invidiare a quelle più vincenti.

“Il nostro approccio all’allenamento non è molto diverso da quello della Jumbo-Visma o della vecchia Sky. Abbiamo solo bisogno di corridori dello stesso livello dei loro leader” ha commentato Unzué, spiegando che il divario di prestazioni e risultati dipende unicamente dal talento dei corridori e non tanto dalla capacità dei team di valorizzarli. “La Jumbo ha dei fenomeni. Wout van Aert ha giocato con il gruppo al Tour de France. La Jumbo-Visma era superiore, ma van Aert sarebbe stato altrettanto forte con noi alla Movistar” ha dichiarato Unzué, aggiungendo che il budget a sua disposizione, sui 15 milioni di euro, non è sufficiente ad attrarre i top rider. “In definitiva sono i corridori che fanno la differenza e per avere dei bei corridori devi entrare nel cercato con un portafoglio gonfio” ha dichiarato il manager della Movistar.