La brutta disavventura che ha rovinato il Mondiale di Ciclismo a Mathieu Van der Poel ha vissuto l’ultimo capitolo. Il campione olandese ha passato una notte da incubo alla vigilia della corsa iridata. VDP è stato svegliato da alcune ragazzine che facevano baccano nel corridoio dell’albergo in cui alloggiava. Il corridore avrebbe avuto una discussione con le sue disturbatrici, che lo hanno accusato di essere state spintonate. Nell’albergo ha quindi fatto irruzione la polizia e Van der Poel è stato messo in stato di arresto.

Multa di 1.500 dollari australiani

Il vincitore del Fiandre ha passato gran parte della notte in commissariato, prima di essere rilasciato e poter tornare in albergo per presentarsi al via della corsa iridata. VDP è regolarmente partito per la gara in linea dei Mondiali, ma stanco e scosso per quanto avvenuto nella notte, ha abbandonato dopo pochi chilometri.

Oggi, 26 settembre, il Tribunale di Sutherland ha emesso la sentenza sul caso che ha coinvolto Van der Poel. Il campione olandese è stato multato di 1.500 dollari australiani, ha riavuto il suo passaporto ed è potuto partire con il resto della squadra per tornare a casa, ma non potrà entrare in Australia per i prossimi tre anni. Il giudice non ha ritenuto un’attenuante il fatto che Van der Poel avrebbe dovuto correre una gara importante come il Mondiale di lì a poche ore, ma avrebbe dovuto far intervenire il personale dell’albergo invece di cercare di risolvere la questione da solo.

Il suo avvocato ha però impugnato questo verdetto e spera di ribaltare la sentenza e ottenere un’assoluzione.

Moerenhout: 'Ci hanno detto che ci sarebbero volute delle ore'

Sul caso Van der Poel è intervenuto anche il Ct della nazionale olandese Koos Moerenhout. Il tecnico orange ha spiegato che il corridore non ha avvertito nessuno quando è stato infastidito dalle ragazzine e che lui ha saputo tutto alle 23:15, quando già era stata allertata la polizia.

Moerenhout ha dichiarato che VDP gli ha mandato un messaggio a quell’ora, chiedendogli se era ancora sveglio. Il tecnico è andato nella stanza del corridore, che sapeva già di dover andare al commissariato.

“Fai un viaggio dall’altra parte del mondo e poi succede una cosa del genere. Ci hanno detto che ci sarebbero volute delle ore e che io non potevo stare con Mathieu” ha raccontato Moerenhout.

“Ovviamente avrebbe dovuto chiamare subito qualcuno dello staff. Non è stato così intelligente. Ci sarebbe stato qualcuno per risolvere la faccenda” ha aggiunto il tecnico olandese.

Mollema: 'Ha raccontato che le ha inseguite'

I compagni di squadra di Van der Poel hanno invece saputo di questa storia solo pochi minuti prima di partire. Il capitano della squadra, che era arrivato in Australia raffreddato, alloggiava in un altro piano dell’albergo rispetto ai suoi compagni, che non si sono accorti di nulla. “Sono stato in macchina con Mathieu dall’albergo alla partenza della corsa” ha testimoniato Bauke Mollema. “Era molto tranquillo, ho pensato che fosse il suo modo di fare, non corro con lui tutti i giorni.

Alla fine ha raccontato la storia, che le ha inseguite. Pensavo che fosse uno scherzo, invece poi ho capito che era la realtà. Io non c’ero, ma posso immaginare che ti arrabbi quando dei bambini ti tengono sveglio” ha aggiunto il corridore olandese.