È stato un vero one man show, l'ennesimo, a portare Remco Evenepoel in maglia iridata. Il giovane belga ha sigillato una stagione trionfale con una cavalcata solitaria nella prova in linea dei Mondiali di Ciclismo. Evenepoel ha dominato alla sua maniera, con un'azione da lontano, con cui ha prima tagliato fuori gli altri favoriti e poi disperso i compagni d'avventura per percorrere l'ultimo giro del circuito di Wollongong in solitudine. La dimostrazione di forza del campione della Quickstep è stata dirompente, testimoniata sia dall'impatto visivo lasciato dalla corsa, che dai numeri e dalle testimonianze degli avversari, che hanno reso onore senza se e senza ma alla sua supremazia.

Evenepoel ha vinto con un vantaggio di 2'21'' sugli inseguitori, un distacco abissale se si pensa che negli ultimi venti Mondiali l'arrivo solitario con il distacco maggiore era stato quello dello scorso anno di Alaphilippe, appena 32''.

Da bambino in maglia iridata

Quella di Evenepoel è stata anche la fuga vincente più lunga negli ultimi trent'anni di Mondiali, un altro dato che rende l'idea di quanto sia stata sensazionale la prova del giovane belga. "Avevo sognato tutto questo" ha raccontato il neo iridato, che però non aveva inserito il Mondiale nella lista dei desideri per questa stagione, immaginando che sarebbe potuto uscire stanco dalla Vuelta Espana. "Questo è un sogno, è incredibile, peccato solo che il Mondiale del prossimo anno sia già ad agosto e che quindi sarà uno degli anni più brevi da Campione del Mondo" ha commentato il neo iridato.

Se negli obiettivi stagionali il Mondiale non era presente, la maglia iridata doveva invece far parte dei sogni di bambino del piccolo Remco. Dopo la vittoria di Wollongong è iniziata a rimbalzare sui social una foto che lo ritrae da ragazzino con una maglia di Campione del Mondo sponsorizzata Quickstep, un'immagine davvero premonitrice.

"È stata una delle mie prime maglie da ciclismo, insieme ad una di McEwen della Lotto. Già allora la maglia di Campione del Mondo era la cosa più bella per me" ha ricordato Evenepoel nella conferenza stampa del dopo corsa quando gli è stato chiesto di quella foto.

'Lutsenko era il compagno di fuga ideale'

Evenepoel ha poi raccontato come ha vissuto le fasi decisive della corsa.

"Lutsenko era il compagno di fuga ideale, sentivo che lo avrei staccato in salita. D'altra parte è un corridore forte, ha vinto delle tappe al Tour de France ed è sempre presente nelle classiche più dure. Ma ho capito subito che ero più forte. Sulla penultima salita del Mount Pleasant sono andato a tutta e si è staccato. Nell'ultimo giro, in salita, ho sentito le gambe che esplodevano, ma sapevo che era quasi fatta" ha raccontato il vincitore.

Il 22enne belga ha infine spiegato il motivo del gesto fatto al traguardo, quel dito sul naso a zittire qualcuno. "Volevo far vedere che possiamo farcela come squadra belga, che le critiche dell'anno scorso erano in parte ingiustificate e che siamo stati in grado di vendicarci di quello che era successo" ha dichiarato Remco Evenepoel.