Si apre nel segno della Jumbo-Visma la campagna di classiche del nord, uno delle fasi più spettacolari della stagione del Ciclismo professionistico. La corsa d'apertura del calendario belga, la Het Nieuwsblad, è stata comandata dal team olandese, pur orfano di Wout van Aert. I Jumbo hanno iniziato a movimentare la corsa già nelle fasi centrali per poi propiziare la fuga vincente di Dylan van Baarle, all'esordio con i giallo neri, sul muro del Molenberg. Il vincitore dell'ultima Roubaix ha via via staccato tutti i compagni d'avventura per arrivare da solo sul traguardo di Ninove e conquistare così il successo.
Arnaud De Lie, il ventenne fenomeno nuovo del ciclismo belga, dato da molti come principale favorito della vigilia, ha dato spessore a una prova di grande valore e carattere chiudendo al secondo posto davanti a Laporte.
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— the Inner Ring (@inrng) February 25, 2023
Jumbo all'attacco a 90 km dall'arrivo
Il grande ciclismo ha spalancato le porte sulla stagione delle classiche con la Het Nieuwsblad, tradizionale appuntamento d'apertura in Belgio. La corsa, senza i big van Aert e Van der Poel, è partita da Gand per affrontare tredici muri e 207 chilometri verso il traguardo di Ninove su un percorso da piccolo Giro delle Fiandre.
Nelle fasi iniziali si è formata una fuga di sette corridori da cui si sono poi avvantaggiati Jelle Wallays, Mathias Norsgaard e Mathis Le Berre.
Diverse cadute hanno segnato questa parte della corsa e a farne le spese è stato anche Ben Turner, uno degli outsider del team Ineos. Già a 90 km dall'arrivo la Jumbo-Visma ha cominciato a muovere le sue pedine e a prendere il comando della situazione con una strategia molto propositiva. Jan Tratnik e Nathan Van Hooydonck hanno lanciato un contrattacco che ha costretto Soudal - Quick-Step e Lotto Dstny a spendere molte energie nell'inseguimento.
Dopo una ventina di chilometri la situazione si è ricompattata, con il gruppo sempre più vicino ai tre superstiti della fuga iniziale.
De Lie costretto a inseguire
In questa fase Arnaud De Lie è stato protagonista di una scivolata che lo ha costretto anche a un cambio di bici. Il ventenne belga, atteso in questo primo confronto con una vera classica, ha dovuto inseguire, ma è riuscito poi a rientrare nel gruppo e a farsi trovare pronto quando la corsa si è riaccesa sul Molenberg.
La Jumbo-Visma ha di nuovo attaccato annullando la fuga e spezzando il gruppo. Del successivo rallentamento dopo il muro ha approfittato Dylan van Baarle. Il campione olandese, alla prima corsa con la maglia Jumbo, se ne è andato a 40 km dall'arrivo e su di lui sono stati pronti a riportarsi Jonathan Milan, Florian Vermeersch e Le Berre, reduce dalla fuga iniziale.
Gli altri corridori sono rimasti indecisi sul da farsi ed hanno così consentito a van Baarle di guadagnare rapidamente una trentina di secondi.
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L'assolo di van Baarle
L'olandese ha impresso il suo classico passo molto forte e regolare e ha costretto alla resa, uno dopo l'altro, i tre compagni d'avventura.
Dietro di lui il gruppo si è rinfoltito e il team Bahrain ha provato a organizzare la rincorsa in vista del Geraardsbergen. Qui Wellens e Mohorič hanno forzato il ritmo, e De Lie si è riportato su di loro con un'azione potente. La Jumbo ha però depotenziato questo tentativo di rincorsa riuscendo a mettere Christophe Laporte in questo quartetto alle spalle di van Baarle, che dopo l'ultimo muro del Bosberg ha ripreso a macinare ad alta velocità nel tratto conclusivo di pianura.
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Grazie anche alla copertura di Laporte, van Baarle ha messo al sicuro la sua posizione ed è andato a vincere questa Het Nieuwsblad sul traguardo di Ninove.
Gli inseguitori sono stati raggiunti dal gruppo sul rettilineo finale, ma De Lie, dimostrando tutta la sua grinta, ha sprintato ugualmente prendendosi di forza questo secondo posto e superando a pieni voti l'esame in questo esordio nelle grandi classiche. Laporte ha completato il podio e la festa della Jumbo con Kristoff, Pidcock e Ballerini a seguire.
Tra le squadre più attese è da segnalare la prova deludente della Soudal - Quick-Step, che non sembra avere la qualità delle sue stagioni migliori, e anche della Alpecin che non è mai stata nel vivo della corsa con il suo leader .