La finale dei 100 metri maschili alle Olimpiadi di Parigi ha riportato un velocista statunitense sul gradino più alto del podio dopo 20 anni. Noah Lyles era il favorito della vigilia insieme al giamaicano Kishane Thompson e, in effetti, i due si sono equivalsi chiudendo entrambi con il tempo di 9”79. Ha vinto Lyles, questione di millesimi, praticamente un'incollatura e si è reso protagonista di una rimonta che negli ultimi quaranta metri è stata a dir poco strepitosa. Sono stati i 100 metri olimpici più equilibrati di sempre e più veloci, se presi nel complesso delle medie degli atleti.

In sette sono scesi sotto i 9”90 e hanno offerto il quadro di una specialità che al momento non ha un vero dominatore. Anche se Lyles, campione mondiale in carica e ora anche campione olimpico, per ora è indubbiamente il numero 1.

Il confronto con altre finali olimpiche

Il primo dato da evidenziare è quello di due velocisti che tagliano il traguardo con lo stesso tempo, un risultato incredibile che, però, non rappresenta una prima volta nelle finali olimpiche. Ai Giochi di Mosca 1980, infatti, il britannico Allan Wells e il cubano Silvio Leonard tagliarono il traguardo facendo segnare il medesimo tempo di 10”25, ma considerato che all'epoca non c'erano sistemi di misurazione sofisticati come oggi la vittoria venne assegnata a Wells perché arrivava in rimonta.

Non era mai accaduto, invece, che tutti i finalisti scendessero sotto i 10” e addirittura in sette sotto 9”90. Le due finali olimpiche più veloci per quanto riguarda il tempo del vincitore restano quelle vinte da Usain Bolt a Pechino 2008 e a Londra 2012. In Cina il campionissimo giamaicano vinse con il tempo di 9”69 realizzando il record del mondo, ma solo lui e Richard Thompson al secondo posto scesero sotto i 9”90 mentre a sfondare il muro dei 10” furono in sei.

Ai Giochi londinesi Bolt realizza l'attuale record olimpico con il tempo di 9”63 (aveva già battuto il suo precedente record del mondo portandolo a 9”58), Yohan Blake e Justin Gatlin salgono sul podio ed entrambi corrono sotto i 9”80. Complessivamente saranno in cinque a scendere sotto i 9”90 quel giorno, ma di fatto Tyson Gay verrà poi squalificato per doping.

Dati che indicano chiaramente due cose: non c'è mai stato un equilibrio totale come accaduto a Parigi, ma i tempi di Usain Bolt sono ancora fantascientifici.

Jacobs parte bene, Thompson prende il comando ma subisce la sverniciata di Lyles

In base ai rilievi cronometrici di ogni singolo settore possiamo notare come Marcell Jacobs sia partito meglio e sia in testa dopo 20 metri, quasi allineato a Kerley con il tempo di 2"92 mentre Lyles è addirittura ultimo con 2"98. Thompson però artiglia letteralmente la pista e si porta davanti a Kerley e Jacobs dopo 30 metri con un centesimo di vantaggio sullo statunitense e sul velocista azzurro. A metà gara Thompson è ancora davanti con due centesimi su Kerley, quattro su Jacobs e cinque su Lyles ma è qui che quest'ultimo inizia al sua rimonta che lo porta ad allinearsi a Jacobs ai 70 metri.

L'italiano scivola progressivamente indietro, Lyles ai 90 metri è ancora dietro Thompson per un centesimo, ma il giamaicano subisce la sverniciata sul virtuale filo di lana.

I rilievi dicono che negli ultimi metri Noah Lyles ha raggiunto i 43,6 km/h contro i 43,2 km/h di Kishane Thompson. La punta più alta di velocità espressa da Marcell Jacobs è stata pari a 42,8 km/h.