"Sinner ha 23 anni, deve stare con i suoi amici, che fa si mette lì e si chiude lì dentro? Tutti andranno a rompergli le scatole, non la trovo una grande idea tra tutte quelle di Binaghi. Non vedo che cosa significhi": l'ha dichiarato oggi Nicola Pietrangeli a margine della prima tappa del Trophy Tour al Circolo Canottieri Roma parlando del rientro in attività del tennista altoatesino.

Il numero uno del tennis mondiale potrà infatti tornare a competere in occasione degli Internazionali BNL d'Italia, quando la squalifica di 3 mesi concordata con la WADA scadrà, e a Roma troverà un ambiente chiuso e accogliente, "con l'intento di essere protetto per quelle due settimane" ha dichiarato qualche giorno fa il presidente della FIT Angelo Binaghi.

Pietrangeli: 'Il tennis moderno non mi appartiene, la Coppa Davis oggi è un altro sport'

"La Coppa Davis di oggi e quella del 1976? È cambiato il mondo e anche il Tennis, questo tennis di oggi non mi appartiene, è come la Formula 1, va a velocità" ha proseguito Pietrangeli.

"La Coppa Davis è un altro sport. O sei giocatore di Davis o no. È un’altra atmosfera. Il tennis è un gioco singolo, ma piace l’atmosfera della squadra. Non c’è una legge o un mental coach che ti può insegnare la Davis. Ne ho visti tanti essere formidabili nei tornei e mediocri in Davis. Fognini ad esempio ha sempre dato il massimo, in Davis non gli si può mai dire niente" ha aggiunto ancora l'ex tennista 91enne.

Pietrangeli ha concluso il suo intervento mostrando, come sempre, di non avere peli sulla lingua: "I miei ricordi sono preistorici.

Se mio padre non mi dava una mano non ci sarei arrivato, avrei giocato a pallone. Oggi per vincere Parigi ti danno due milioni e mezzo di euro, a me 150 dollari".

Binaghi: 'Gli Internazionali per Sinner saranno un luogo protetto'

All'inizio del proprio intervento, Pietrangeli ha dunque commentato le parole rilasciate da Angelo Binaghi qualche giorno fa a proposito della partecipazione di Sinner agli Internazionali di Roma: "Cederemo noi all'interno della nostra lounge al Foro Italico, una piccola parte a Jannik - aveva dichiarato il presidente della FIT - se lui vorrà, per essere protetto in quelle due settimane".

"In Italia non può più vivere - aveva aggiunto Binaghi - Io l'ho accompagnato qui due giorni lo scorso anno e stavo uscendo matto. Abbiamo pensato sulla falsa riga di quello che ci aveva chiesto Djokovic negli anni precedenti da n. 1, di provare a creare intorno a Jannik un luogo, un Fort Apache, per preparare al meglio le partite insieme al suo team".