La nona tappa del Giro d'Italia, quella che ieri ha portato il gruppo sugli sterrati tipici della Strade Bianche e all'iconico traguardo di Piazza del Campo a Siena, ha aperto molti interrogativi sul prosieguo della corsa. La tappa è stata vinta da Wout van Aert, che ha risollevato la testa dopo un lungo periodo buio, ma la corsa ha intrecciato delle trame tattiche particolarmente intriganti. Il favorito numero uno alla maglia rosa finale, Primož Roglič, è rimasto attardato a causa di una caduta e una foratura. La UAE del suo principale rivale Juan Ayuso, ha deciso di lasciare libero Isaac Del Toro, che è andato all'attacco e ha vestito la maglia rosa anzichè aiutare il capitano designato a scavare un solco ancora più deciso nei confronti di Roglič.

Questa mossa ha consentito alla UAE di mantenere ben quattro corridori nella top ten della classifica generale, ma ha impedito a Ayuso di guadagnare ulteriormente, forse in maniera già definitiva, in quella che si preannuncia la vera sfida per il successo di questo Giro d'Italia.

Analizzando la corsa alla Gazzetta dello Sport, Gilberto Simoni ha appoggiato la scelta della UAE e ha negato un accostamento con quanto vissuto nel Giro 2004 in casa Saeco.

"Tra me e Cunego fu diverso, perchè tra Del Toro e Ayuso nessuno ha lo status di chi ha già vinto in passato", ha dichiarato l'ex campione trentino.

Ciclismo, lo scontro Simoni - Cunego al Giro 2004

La rivalità tra compagni di squadra nei grandi giri ha scritto pagine intense di storia del ciclismo. Quello che accadde nel Giro d'Italia del 2004 in casa Saeco è uno degli episodi più eclatanti di un ciclismo che successivamente ha poi un po' stemperato i suoi aspetti più ruvidi.

Il team si presentò al via con il capitano designato Gilberto Simoni, il vecchio campione già due volte vincitore del Giro, e con Damiano Cunego, il giovane rampante lanciato da una primavera di esaltanti successi. Cunego si dimostrò più brillante, e fu anche favorito dall'andamento tattico della corsa, che si concluse con la sua vittoria dopo degli screzi piuttosto vivaci con il compagno.

La situazione che si è disegnata al Giro d'Italia dopo la tappa di Siena, con la maglia rosa al giovane Del Toro e il suo capitano designato Juan Ayuso lasciato a sé stesso, ha ricordato le grandi rivalità interne del passato. Raggiunto dalla Gazzetta dello Sport, Gilberto Simoni ha però spiegato di vedere la presunta rivalità Del Toro - Ayuso in modo completamente diverso da quella che luli visse con Cunego nel Giro di 21 anni fa.

'Ayuso non fa il secondo a Pogacar, può volerlo fare a Del Toro?'

"Questa situazione è diversa dalla nostra, perchè tra Del Toro e Ayuso nessuno ha lo status di chi ha già vinto in passato", ha commentato Simoni. "Ayuso è un capitano di speranza, non è una certezza, quinid Del Toro aveva più diritto di giocarsela" ha aggiunto l'ex campione trentino, ritenendo giusta la condotta di gara della UAE, che ha lasciato libero Del Toro di puntare alla vittoria di tappa disinteressandosi di aiutare Ayuso.

Simoni ha però ammesso che l'andamento tattico della corsa e la nuova situazione di classifica, con Del Toro in maglia rosa me Ayuso al suo inseguimento, potrebbe portare a delle incomprensioni che la squadra dovrà essere in grado di gestire. "Ayuso non è uno che corre per arrivare secondo. Uno che non vuole fare da secondo a Pogacar può volerlo fare a Del Toro?", si è chiesto Simoni.