Sembrava chiusa la disputa Anci-Governo sul nodo delle aliquote Tasi prima e seconda casa: l’incontro di ieri sembrava essere stato risolutore, con il Governo stesso ad ammettere la fondatezza delle argomentazioni addotte ai Comuni che lamentano un buco da 1,3 miliardi di euro nel passaggio dalle vecchie aliquote Imu alle aliquote Tasi prima e seconda casa.



L’ipotesi più accreditata parlava di un dirottamento del gettito Imu sugli immobili produttivi (categoria catastale D) ai Comuni, ma da un’analisi degli effettivi introiti mancherebbero circa 800 milioni di euro dei 4,6 miliardi invece contabilizzati.

E adesso lo Stato vorrebbe recuperare questi fondi proprio a discapito dei Comuni riducendo il fondo di riequilibrio. Insomma la partita Anci-Governo sulle aliquote Tasi prima e seconda casa è tutt’altro che chiusa, facciamo il punto su detrazioni, conteggio e scadenza.

Calcolo Imu 2014 e Tasi: aliquote prima e seconda casa, detrazioni, conteggio e scadenza – Buco da 800 mln di euro nel gettito Imu sugli immobili di Categoria D

La questione legata alle aliquote Tasi sta tutta nei numeri: la vecchia Imu sulle prime case poteva prevedere aliquote sino ad un massimo del 6 per mille, mentre la Tasi, così com’è attualmente configurata, prevede aliquote prime e seconda casa rispettivamente al 2,5 e al 10,6 per mille. Tradotto, gettito più che dimezzato per i Comuni, che a causa dei mancati introiti derivanti dalle imposte sulle prime case rischiano di veder seriamente compromessi i propri bilanci.



Inizia un braccio di ferro col governo, sul piatto c’è oltre 1 miliardo di euro di ammanchi, e dopo una lunga trattativa l’ipotesi del dirottamento del gettito Imu sugli immobili di categoria D (che hanno un’aliquota al 7,6 per mille) verso le casse comunali appare la più percorribile. In primo luogo perché per una volta non scarica sui contribuenti la necessità di reperire nuovi fondi, e in secondo perché impedisce che il governo stesso debba inasprire nuovamente le aliquote Tasi prima e seconda casa (si era infatti paventata l’ipotesi di una maxi Tasi).



Dopo l’incontro che ha visto interagire il ministro Saccomanni, il sottosegretario Baretta, il presidente dell'Anci Fassino e il ministro Delrio tutto sembrava più rilassato e disteso, se non fosse che fatti due conti, dei 4,6 miliardi di euro che dovrebbero costituire l’intero gettito derivante dall’Imu sugli immobili produttivi mancano circa 800 mln di euro.



Adesso lo Stato sta pensando di recuperarli proprio a discapito dei Comuni, riducendo il fondo di riequilibrio; insomma la partita si è riaperta e rischia di portare a tempi oltre modo lunghi, con conseguenze ancora non ben precisate per i contribuenti, in trepidante attesa di sapere quando e quanto dovranno pagare. Molto probabile a questo punto che la scadenza per versare la Tasi prima e seconda casa slitti effettivamente a giugno come già paventato in precedenza, ma ancora non ci sono certezze.



Sul nodo detrazioni sembra invece tutto risolto; entro gennaio verrà dato corso al decreto che consentirà ai Comuni di innalzare le aliquote Tasi prima e seconda casa per supportarle (si parla di un incremento tra lo 0,2 e lo 0,8 per mille), ma ancora non stati resi i noti i requisiti per avervi diritto.



I negoziati riprenderanno il 28 gennaio nella speranza che il nodo legato alle aliquote Tasi prima e seconda casa non si trasformi in un caos Imu-bis.