Il momento di difficoltà economica che gli italiani stanno affrontando da diverso tempo (periodo che sembra non voler realmente finire, nonostante i cenni di miglioramento a cui il Governo sta facendo riferimento in questi giorni) sarà nei prossimi mesi aggravato, con estrema probabilità, dalle prossime scadenze fiscali.
L'Associazione Artigiani Piccole Imprese (abbr. CGIA) di Mestre ha calcolato che i contribuenti saranno chiamati a versare all'Erario, tra tasse ed imposte, più di 56 miliardi di euro a giugno e circa 33,6 miliardi a luglio.
La sopra menzionata relazione permette di comprendere meglio quali saranno gli oneri più gravosi.
Tra questi risaltano per gli imprenditori l'IRES (imposta sui redditi delle società di capitali), attraverso cui lo Stato incasserà circa 10 miliardi di euro, ed il pagamento delle ritenute IRPEF, che porterà nelle casse italiane circa la stessa quantità di denaro.
Per le famiglie, invece, a destare complicazioni sarà in particolare la prima rata della TASI (la tassa sui servizi indivisibili), dal cui i Comuni attendono un introito di circa 2 miliardi.
Non è possibile escludere dal novero degli adempimenti fiscali IVA, IMU e TARI (la nuova tassa rifiuti introdotta con la legge di stabilità 2014 che ha preso il posto della vecchia TARES); quest'ultima, in particolare, farà passare dalle tasche dei contribuenti alle casse statali quasi altri 2 miliardi di euro.
A fronte di quanto fino ad ora osservato, risulta necessario riflettere sulla ratio dell'esistenza di imposte e tasse.
Queste, infatti, sono necessarie allo Stato per garantire al cittadino i servizi pubblici che favoriscono il benessere della comunità; all'atto pratico, tuttavia, esse stanno contribuendo a rendere peggiore la vita del cittadino, esattamente l'opposto dell'obbiettivo perseguito.
Questi, con l'acqua alla gola, si trova nella triste situazione di dover cercare di sopravvivere alle continue scadenze fiscali, al fine di non vedersi catapultato in situazioni peggiori (come, ad esempio, il recapito di una cartella esattoriale da Equitalia).
Mentre si continuano ad esaminare gli effetti dei provvedimenti presi dal Governo in materia di costo del lavoro e di agevolazioni per il lavoratore (quale, a titolo esemplificativo, la possibilità per questi di poter richiedere il proprio TFR in busta paga), gli cittadini italiani continuano ad essere schiacciati dal costo della vita e della res pubblica, segno, questo, che quanto è stato fino ad ora fatto non risulta sufficiente.
Si auspica che gli amministratori a tutti i livelli (anche degli enti locali, soprattutto dopo le elezioni del 31 maggio) prendano l'iniziativa per cercare di lenire il problema degli eccessivi oneri fiscali, questione, questa, che da troppo tempo continua a risultare irrisolta e che, purtroppo, sembra non voler accennare a migliorare.