Tra le novità introdotte dal decreto fiscale che in questi giorni sarà sottoposto al vaglio del Senato, ne ritorviamo una che sta turbando particolarmente il sonno di tutti coloro che possiedono una partita Iva. Il d.l. infatti aumenta enormemente le sanzioni per coloro che sono ritenuti responsabili di "omessa, incompleta o infedele comunicazione dei dati sull'IVA", da effettuare con cadenza trimestrale.

La multa prevista partirà da 5.000 euro e potrà arrivare ad un massimo di 50.000 euro, una vera e propria stangata che manderebbe sul lastrico numerose attività e professionisti.

Se il d.l. entrerà in vigore, un banale errore di un euro costerà al malcapitato contribuente cinquemila volte tanto. Una indigesta novità che ha inevitabilmente suscitato un mare di polemiche.

L'allarme delle associazioni di categoria dei commercialisti

I commercialisti intendono dare battaglia affinché il governo elimini o quantomeno alleggerisca sostanzialmente le pesanti sanzioni. Le principali associazioni di categoria hanno diramato un comunicato stampa unitario, sottoscritto da ben sei sigle, per evidenziare come questa misura vada ad aggravare la situazione in un contesto dove il nostro sistema fiscale si trova al 126° posto della classifica sulla base della competitività redatta dalla Banca Mondiale.

Le associazioni dei commercialisti si dicono pronte a dare manforte a tutte le eventuali iniziative di civile protesta che saranno intraprese dai possessori di Partita Iva.

La petizione su Change.org

Da alcune settimane è partita anche una petizione su Change.org per chiedere al governo di fare marcia indietro sulle maxi sanzioni elevate anche in caso di piccoli errori.

Multe di un importo tale che secondo i promotori della raccolta di firme rappresentano una vera e propria "tassa occulta" capace di mettere al tappeto le aziende che saranno colpite dalla stangata. Nonostante il tema riguardi da vicino oltre 5 milioni di persone però, fino a questo momento le firme raccolte sono poco più di 24mila.