Varie testate nazionali riportano in queste ore di una nuova tassa ideata similarmente all’odiato e contestato bollo auto che starebbe per essere introdotta in Italia. Anche questa tassa riguarderebbe la circolazione stradale. Oggetto del balzello sarebbero le strade statali e le autostrade non soggette a pedaggio ed a gestione ANAS presenti in quasi tutte le regioni italiane per una rete di circa 25000 km.
Perché si pensa a una nuova tassa?
Il nuovo dazio sarebbe pensato per fare in modo che l’Anas, in attesa della fusione con le FS e dopo aver preso la via della privatizzazione, possa recepire nuovi fondi.
Per questo si è pensato a una sorta di bollo, o meglio di bollino da esporre sul modello della “vignette” svizzere del costo di circa 40 euro annui. Non una cifra esagerata dunque, ma una cifra che va ad aggiungersi ad altri costi importanti quali il classico bollo auto inteso come tassa di possesso, ma anche i costi sulla benzina, i pedaggi autostradali, sulle assicurazioni, i rincari sulla revisione e non ultimi i costi di manutenzione di un veicolo che spesso è fondamentale per poter lavorare, quando non è esso stesso parte integrante del lavoro. Una vera e propria fregatura inoltre per chi le strade statali le percorre pochissimo o per nulla. Si tratta quindi di recuperare i soldi che l’Anas riceve annualmente dallo Stato e per farlo, si andrebbero a colpire quelle strade gestite dall’ente che risultano gratuite, ossia esenti da pedaggio come il grande raccordo anulare di Roma per fare un esempio.
Perché il modello svizzero?
Inizialmente si era pensato di destinare all’Anas parte delle accise sui carburanti. L’Oscillazione del prezzo del greggio però e la conseguente incertezza dei proventi, hanno fatto desistere da questa opzione. Certo sarebbe stato meglio un sistema come quello del pedaggio autostradale ma per il momento la via che si sta percorrendo è quella del modello svizzero con bollo uguale per tutti e buona pace di chi certe strade le percorre poco o nulla.