La strada sembrerebbe segnata ormai. Secondo una recente intervista del ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ripresa anche dal quotidiano "La Stampa", le risorse necessarie per poter varare le riforme contenute nel contratto del Governo del cambiamento possono essere reperite solamente in due modi.

O attraverso una guerra serrata all'evasione fiscale, che vale dai 130 ai 270 miliardi di euro l'anno. Oppure è necessariamente obbligatorio sfoltire la foresta di detrazioni e deduzioni fiscali sorta nel corso del tempo per opera dei vari governi che si sono succeduti e che sono state istituite per favorire un determinato settore o una determinata categoria economica.

In questo secondo caso, comunque, occorre mettere in conto le facili proteste che si leveranno dalla maggioranza degli italiani. Il 75% della popolazione, infatti, usufruisce di qualche tipo di bonus.

Il tesoretto delle detrazioni e deduzioni

La decisione che deve prendere il governo M5S - Lega, guidato da Giuseppe Conte, è estremamente delicata e difficile. E non solo per le ovvie ripercussioni sociali. Ma perché la tentazione di ricorrere alla potatura delle agevolazioni è forte se si considera che, secondo l'ultimo censimento effettuato nel 2012 ai tempi del Governo Monti, nel nostro sistema fiscale erano presenti circa 720 tipi diversi di detrazioni e deduzioni per un valore complessivo di poco più di 250 miliardi di euro.

La selva delle agevolazioni attuali

In effetti andando ad analizzare la foresta di agevolazioni attualmente in vigore nel nostro Paese se ne possono trovare, veramente, di tutti i tipi. Oltre a quelle classiche, note a tutti, delle detrazioni per familiari a carico o lavoro dipendente, che incidono sul bilancio dello Stato per quasi 50 miliardi di euro ve ne sono alcune meno note e singolari.

Ad esempio, i tendoni da circo che non superano i mille metri quadri hanno diritto ad uno sconto del 50% sulla tassa di occupazione del suolo pubblico. Per di più, i produttori di magnesio che estraggono questo minerale dall'acqua di mare usufruiscono di uno sconto sulle accise dei carburanti. E questi sono solo due esempi.

Tra le diverse agevolazioni, comunque, ve ne sono alcune di grande rilevanza sociale che, difficilmente, potranno essere abolite o ridimensionate.

Già a ottobre 2017 il Ministero dell'Economia e delle Finanze aveva calcolato che esistevano circa 466 agevolazioni per un valore complessivo di circa 54 miliardi di euro che potrebbero essere intaccate senza bisogno di grandi sforzi legislativi e le cui risorse potrebbero essere dirottate verso le riforme fondamentali del reddito di cittadinanza e della flat tax.

Per evitare un'eccessiva levata di proteste dalle varie categorie interessate al Mef sembra si stia pensando di adottare una soluzione di sapore più salomonico.

Si vorrebbe rispolverare un'idea dell'ex ministro Giulio Tremonti effettuando un taglio lineare generalizzato a tutte le agevolazioni. Il taglio verrebbe effettuato in una percentuale, ancora da stabilire, variabile tra il 5 e il 10%.

Del tipo mal comune mezzo gaudio.