In seguito allo scandalo dei dati finiti nelle mani di Cambridge Analytica, si è passati dalla sicurezza dei nostri contatti con le altre persone ad una vera e propria "raccolta" di nostri dati, soprattutto personali, che purtroppo non sono coperti interamente dalla privacy. Nel frattempo, in questi giorni si stanno accavallando le una sulle altre informazioni che stanno giustamente destando sconcerto fra gli utenti di Facebook. E ovviamente essendo una piattaforma molto celebre ed utilizzata, anche più di Twitter e altri social, di utenti ce ne sono a bizzeffe.

Se ci sono persone che senza scrupoli cercano di tamponare gli argini ormai incrinati dallo scandalo emerso a metà marzo di quest'anno, lo stesso non si può dire di alcuni manager "pentiti" che stanno piano piano spiegando cosa c'è sotto il social network più visitato al mondo.

L'obiettivo del social network che ci permette di connetterci

Lo scopo di Facebook, fin dall'inizio, è quello di crescere sempre di più, a dismisura, per poter essere più potente e guadagnare. Questa crescita cieca di conseguenza comportava anche la sicurezza dei dati degli utenti che, più o meno ignari, hanno reso Facebook un proprio contenitore di informazioni personali, gusti e attitudini.

Le affermazioni del vicepresidente di Facebook e i pericoli che comporta il cattivo utilizzo del social

Il vicepresidente Andrew Bosworth, trentasei anni, ha precedentemente affermato che il loro lavoro consiste soprattutto nel connettere le persone fra loro, anche a costo di procurare situazioni spiacevoli agli utenti, come ad esempio offrire strumenti per organizzare una aggressione da parte di bulli o per organizzare un attacco terroristico, di qualunque matrice.

Non si può evitare, dato che questo passaggio di informazioni non è illegale e che noi, più o meno inconsapevolmente, lo approviamo senza pensarci.

Come funziona sulla psiche delle persone e come riesce a raccogliere le attitudini di noi utenti

Essendo ormai il contenitore dei nostri gusti, opinioni e pensieri, Facebook raccoglie l'opinione pubblica o semplicemente un nostro semplicissimo consenso su qualunque argomento, e per farlo basta che noi pigiamo un semplice "Mi Piace" su una foto o su un post. Un abitudine che abbiamo preso senza pensarci troppo, eppure questo semplice gesto è diventato un vero e proprio avvio verso una sorta di "Grande Fratello" che conosce ogni cosa di noi.