Nonostante le regole dell'Unione Europea parlino chiaro, riguardo al limite d'età oltre il quale ci si può iscrivere sui social,emerge un risultato pressoché allarmante da un'indagine del consorzio Miur Generazioni Connesse e, in particolare, dell’Università degli Studi di Firenze, dell’Università degli Studi “Sapienza” di Roma e del portale Skuola.net : il 26% degli under 14 risulta iscritto ai social senza consenso dei genitori, ovvero, 7 adolescenti su 10. Di seguito troverete alcuni dettagli e impressioni del Safer Internet Day 2019. Il 5 febbraio il Miur ha presentato il piano d'azione per la stesura delle nuove linee guida per l'uso responsabile delle tecnologie digitali e la prevenzione dei rischi nelle scuole.

Per un uso della rete più responsabile

il Safer Internet Day 2019 si è svolto a Milano nell'arco di tempo di 2 giorni. Martedì 5 Febbraio a celebrare l'evento hanno presenziato il Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, il ministro della famiglia e delle disabilità Lorenzo Fontana, la garante nazionale per l'infanzia e l'adolescenza Filomena Albano. Si è dibattuto molto sui temi del cyberbullismo e dell'uso responsabile del web. La polizia postale, attraverso il direttore Nunzia Ciardi, ha incontrato 60000 ragazzi. L'iniziativa targata Miur comprende la collaborazione dell'agenzia stampa nazionale "Dire". Durante l'evento, il ministro dell'istruzione Bussetti si è reso disponibile a rispondere alla stampa su diverse tipologie di domande.

ha ricordato di avere inviato in Campania un membro del gruppo di lavoro che segue le dinamiche legate al cyberbulismo e al bullismo. Il suo augurio è che giornate come il Safer Internet Day, possono portare ad un'alleanza educativa per combattere il fenomeno. Così si esprimeva il ministro: “La tecnologia deve essere un’alleata dell’apprendimento e della crescita dei nostri giovani.

Come Miur siamo impegnati in prima linea per educare gli studenti a un uso consapevole e corretto di Internet e dei nuovi dispositivi tecnologici. Si tratta di componenti della loro quotidianità, devono imparare a riconoscere opportunità e pericoli, diritti e doveri legati al loro utilizzo. Dobbiamo guidarli in questo percorso di conoscenza.

Solo così possiamo prevenire fenomeni come il cyberbullismo e costruire società giuste, dentro e fuori la Rete".Di seguito troverete alcuni dati che anche Bussetti ha commentato. Al ministro gli si chiede se il Miur sia preoccupato del fatto che il 28% dei ragazzi tra i 14 e i 18 anni sono vittime di bullismo. E lui risponde dicendo che sarà un gran lavoro quello che dovrà fare la polizia postale, che l'impegno dev'essere correlato anche nelle scuole, tra genitori e insegnanti, perchè, spiega il ministro: "Puoi costruire tutti i link che vuoi, le piattaforme che vuoi, ma il cuore di tutto è la relazione umana".

Alcuni dati riguardanti il rapporto tra i giovani e internet

L'indagine si è basata sui dati ricavati da 5.900 adolescenti.

A circa la metà dei ragazzi intervistati (49%)preoccupa il l'incolumità della propria privacy, ma è solo il 32,6% che ha un'idea di cosa significhi il consenso del trattamento dei dati personali. Il 27,9 % perlopiù ignora cosa sia. E il 18% neanche ha voglia di aggiornarsi a riguardo.Questi dati camminano a braccetto con le questioni interne ai social. il 38,5 % dei giovani intervistati non sa chi sia almeno la metà dei propri amici e follower e, tra i propri contatti, conta tanti amici e profili inesistenti.I profili inesistenti sono all'ordine del giorno. Il 43% almeno una volta si è creato da se' un falso profilo. I profili falsi spesso hanno uno scopo preciso tra i giovani:il 35% lo crea per osservare le mosse di qualcun'altro; il 21% lo fa per finalità scherzose;il 19,5% per preservare la propria privacy; il 2,9% a scopo vendicativo;Il 2,4 % perché si vergogna del proprio aspetto.I giovani utilizzano il web anche all'interno della propria sfera di legami famigliari.

Sono 8 ragazzi su 10 a fare uso delle chat con la famiglia. Anche se metà degli adolescenti (il 50,4%)preferisce lasciare a casa lo smartphone quando è in compagnia dei genitori, dei fratelli o di familiari in generale. Addirittura c'è chi (il 22,4%) ritiene l'utilizzo dei canali digitali un rischio, poiché potrebbero compromettere la comunicazione dentro la cerchia familiare.