Torna a dividersi il Pd sulla riforma Pensioni. Diverse le posizioni sulle modifiche alla legge Fornero espresse dalle varie aree del Partito democratico i cui parlamentari sono stati convocati da Renzi per oggi lunedì 9 marzo. A lanciare il guanto di sfida al Premier e alla maggioranza del partito sulle modifiche alla riforma previdenziale del Governo Monti, durante l'ultima riunione con i parlamentari convocata da Renzi nei giorni scorsi, è stata la minoranza del Pd. I vari Bersani, Cuperlo, Civati, Damiano, Fassina, D'Attorre, che non hanno partecipato all'incontro in segno di polemica, chiedono anche modifiche ai decreti attuativi del Jobs Act, in particolare la stabilizzazione del contributo fiscale per le imprese che assumono con il nuovo contratto a tutele crescenti e l'aumento delle risorse economiche necessarie a coprire il nuovo sussidio di disoccupazione chiamato Naspi; mentre sul fronte pensionistico si chiede l'introduzione di nuove forme di flessibilità in uscita per la pensione anticipata, che andrebbe a risolvere anche i problemi esodati e Quota 96 scuola, nonché interventi in favore delle pensioni di vecchiaia delle donne.

Pensione anticipata, Damiano: 'Renzi parli di riforma pensioni'

A "dettare la linea" della minoranza dem sulla riforma pensioni 2015 è il presidente della commissione Lavoro della Camera dei Deputati Cesare Damiano che, annunciando che parteciperà al vertice Pd, critica il fatto che Renzi abbia "escluso" tra i temi da trattare quello della riforma del sistema previdenziale, di cui, invece, stanno parlando solo il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e il nuovo presidente dell'Inps Tito Boeri. La minoranza del Pd ritiene sia arrivata "l'ora che anche Matteo Renzi - ha sottolineato in una nota Cesare Damiano alla vigilia della riunione con il presidente del Consiglio e segretario del Pd - si accorga che il problema esiste e che incide sull'aumento dei nuovi poveri e sul blocco delle assunzioni dei giovani".

Riforma pensioni, Galli: 'Sbagliato demonizzare legge Fornero'

Ancora non c'è nessun accordo nel Pd né nella maggioranza su come cambiare la legge Fornero, tantomeno su nuove forme di pensione anticipata per tutti a partire da 62 anni, e non a caso il Premier evita di parlarne. Tra i democratici, infatti, non tutti sono d'accordo a rottamare la riforma pensioni del 2011.

"Se si evitasse di demonizzare per motivi demagogici una riforma come quella della Fornero - ha affermato Giampaolo Galli, deputato del Pd ed ex direttore generale di Confindustria, in un'intervista a First On Line - che è stata il vero pilastro del salvataggio dell'Italia dal crack nel 2011, si potrebbe trovare qualche formula di miglioramento ".

Dichiarazioni che certo non aiutano a placare le polemiche alla vigilia della riunione dem, anche se Galli lascia spazi di manovra e mediazione, si potrebbe "immaginare - ha detto - la possibilità di un ritiro anticipato purché - ha proseguito il parlamentare del Pd - la pensione sia calcolata con precisione matematica in modo da rendere la cosa finanziariamente indifferente. Ma - ha sottolineato Galli - ci sono molti problemi da valutare".