'Non è il proprietario dell'INPS, ne è solo il presidente e dovrebbe tutelare gli interessi dell'ente non pronunciare parole che creino costantemente allarme tra i lavoratori': a parlare è uno dei leader della CGIL Carla Cantone, infuriatosi con il presidente dell'INPS Tito Boeri per via di alcune uscite giudicate poco felici. In settimana il noto economista bocconiano ha infatti bollato come eccessivamente onerose alcune delle proposte di riassetto di pensione anticipata 2015 e prepensionamento depositate in Parlamento: a finire nel mirino di Boeri in particolare la Quota 100 e il dl Damiano che prevede un'uscita per tutti i lavoratori fissata a 62 anni di età più 35 di contributi.

'Le tante invasioni di campo di Boeri non aiutano la partita' ha dichiarato al riguardo Gigi Bonfanti, leader della Fnp Cisl, riferendosi al fatto che il presidente INPS si va arrogando competenze che non gli sono proprie. Sempre Carla Cantone ha infine sottolineato come quella di Boeri sul ricalcolo contributivo sia una vera e propria 'ossessione', una proposta che va comunque scartata secondo il dirigente sindacale 'perché colpisce duramente le persone che le Pensioni se le sono guadagnate'.

Novità e ultime news pensione anticipata 2015 e prepensionamento Boeri: no al contributivo, M5S e CGIL all'attacco, Scelta Civica vuole l'abolizione della Legge Mosca

Polemiche e attacchi frontali costituiscono dunque gli elementi portanti di un dibattito che più si va avanti più si fa acceso e pungente. Da una parte il presidente dell'INPS Tito Boeri vede nell'adozione del contributivo una soluzione ideale ponendola a fondamento della propria proposta di riassetto di pensione anticipata 2015 e prepensionamento, dall'altra sindacati e gran parte delle forze politiche rigettano questa misura ritenendola troppo penalizzante per i lavoratori. Boeri spinge per il contributivo al fine di assicurare allo Stato le risorse utili a finanziare futuri provvedimenti, eppure di capitoli di spesa 'oscuri' dai quali poter attingere ce ne sarebbero parecchi: 'Se i numeri contenuti nell'inchiesta del Corriere della Sera, in base alla quale tra il 2013 e il 2014 le pensioni di invalidità in Italia sono aumentate di 100mila unità, corrispondono al vero, si tratterebbe dell'ennesima prova del fatto che le politiche di verifiche condotte dall'INPS sono state un disastro totale […] Questo metodo ha avuto come effetto collaterale l'aumentato dei ricorsi e leso i diritti dei veri cittadini disabili' hanno dichiarato i membri del M5S in Commissione Affari Sociali. Se a questo aggiungiamo gli ultimi dati INPS (che sottolineano come oltre il 90% delle pensioni in pagamento per i magistrati siano superiori ai contributi versati) il quadro si fa completo. Di fondi per finanziare i provvedimenti ce ne sono dunque, basta saper cercare.



A proposito di privilegi e ingiustizie, in chiusura appare opportuno fare riferimento alla proposta di Scelta Civica che tramite un'interrogazione ha richiesto al ministro Poletti di abrogare i benefici previdenziali della Legge Mosca, quelli relativi alla pensione dei sindacalisti. La legge consente di fatto a dirigenti e dipendenti sindacali di ricevere una pensione integrativa molto elevata a fronte di un solo mese di lavoro e dunque di un solo mese di contributi: 'Grazie a questa legge, per un sindacalista è sufficiente lavorare pochi mesi, o anche uno soltanto, per avere accesso ad una pensione calcolata come se quello stipendio fosse stato percepito per tutta la vita lavorativa' si legge nella richiesta di Scelta Civica. L'auspicio è che il Parlamento consideri davvero la possibilità di abrogare una delle leggi più discusse degli ultimi anni. Sarebbe uno spot più che azzeccato in vista dei futuri provvedimenti previdenziali.