La piattaforma petrolifera galleggiante britannica Transocean Winner, che ancorava al largo dell'isola di Lewis, si sarebbe sganciata lunedì, mentre si procedeva all'operazione di rimozione. Doveva essere trasportata a Malta per la demolizione. Indagini in corso da parte della società Transocean dovranno stabilire perché il rimorchiatore Alp Forward abbia perso il contatto con la petroliera. Causa mare in tempesta, forti correnti le catene non hanno retto, sganciandosi dagli ormeggi. La piattaforma da 17mila tonnellata si è arenata sulla costa dell’isola di Lewis.

Piattaforma petrolifera: emergenza

La piattaforma petrolifera al Transocean Winner al momento contiene 300 litri di greggio. Il mare mosso e i forti venti l’hanno spinta verso la costa, dove i fondali rocciosi rendo estremamente difficili le operazioni di difesa dell’Ambiente. Tutto il personale è stato messo in sicurezza, le autorità competenti si sono occupate della sicurezza della zona per evitare che il gasolio presente sulla petroliera circa 3000 ettolitri di gasolio si sversi sulla costa. Tutta la costa è stata liberata da curiosi.

Piattaforma petrolifera: accuse

Le autorità scozzesi, accusano il governo del Regno Unito di questo incidente, essendo coinvolta una petroliera britannica. “The Maritime” il ramo contro-inquinamento della Guardia costiera e il Segretario di Stato per il recupero e l’intervento (SOSREP), stanno monitorando la petroliera, coordinati con le autorità locali, la polizia e Marine Scotland.

La piattaforma petrolifera viene controllata costantemente da un team di “anti-inquinamento” mobilitato per fronteggiare l’incidente. Da un primo esame risulterebbe di aver subito grosse infiltrazioni d’acqua, non sono presenti evidenti rischi che farebbero pensare a un collasso della struttura in mare.

Ci auguriamo di non dover assistere a un ulteriore disastro ambientale causato dallo sversamento di petrolio nell’ambiente.

In particolare va ricordato che il petrolio che va a riversarsi sulle coste può distruggere interi ecosistemi. Parliamo di barriere coralline, paludi salmastre, foreste di mangrovie e provocare seri danni a svariate attività commerciali, quali la pesca e l'acquacoltura, o al turismo. Al momento possiamo solo scongiurare il pericolo e osservare il lavoro del team qualificato che si sta impegnando scrupolosamente per fronteggiare tutti i possibili danni ambientali.