Con il ritorno di Roberto Mancini , consueto cambio di  allenatore annuale e contigua dichiarazione ufficiale di assoluta fiducia - povero Ausilio - l'operazione dejavu è stata completata. 

Sono già stato ferocemente critico sul gap di  rispettabilità e credibilità  con tali metodi e su ciò che significa arrestare un progetto, prima che si concluda. Pur consapevole che Walter Mazzarri non sia

un tecnico adatto alle cime burrascose, quando fu scelto trovai sensato farlo. Perché è noto che l'allenatore livornese, nella sua carriera, sia  riuscito a fare miracoli con rose di media qualità.

Al termine del processo di  ricostruzione, per vincere un campionato o una coppa europea, si sarebbe dovuto pensare ad altri. È la stessa cosa che hanno fatto a Napoli, dove, prima del suo avvento, Cavani era un potenziale campione, mentre Hamsik e Lavezzi non erano ancora sbocciati. Ma gli azzurri per i primi due anni di gestione Mazzarri non avevano ambizioni da scudetto o da champions. 

Le mosse fatte da Erick Thohir  fino al momento dell'esonero, sono state discontinue rispetto alla gestione Moratti improntate ad una gestione manageriale della società. Inviso per questo a molti tifosi, bilanci in ordine, fair play finanziario ma cosa saranno mai ? Poi ad un tratto il tycoon indonesiano, impazzisce (o rinsavisce) per alcuni.



È ormai la seconda volta che ET cede alla piazza, almeno apparentemente. Prima con la vicenda Guarin ed ora con Mazzarri. Quando smontò l'affaire Guarin - a bocce ferme - tirai un sospiro di

sollievo. Si svendeva  un giocatore, che avrebbe rinforzato la rosa di una concorrente da qui ai prossimi tre anni, come minimo. In cambio di una risorsa - Vucinic - importante in quel momento ma al termine della stagione, l'Inter si sarebbe ritrovata con il problema degli attaccanti comunque.

E con un talento in meno.

Se ET ha ragionato nello stesso modo, sono molti gli aspetti economico finanziari, che potrebbe aver considerato paradossalmente legati alle emozioni, all'entusiasmo. Ventimila spettatori di media per le partite in casa dei nerazzurri, e gli scarsi abbonamenti, lasciano le casse vuote e bloccano il progetto di "rebranding" dell'Inter, che deve passare dal merchandising al marketing, e non è fattibile senza un pubblico che acquista i prodotti-servizi.



Casualmente pochi giorni or sono è stata riaperta la campagna abbonamenti. E ho il sospetto che tutta questa eccitazione avrà i suoi effetti.

Mediaticamente li ha già avuti, poiché l'Inter è tornata ad essere antipatica. E non "Cenerentola". Intervista a Vieri, a Regina Baresi, ecc.

Certamente non  credo alle casualità. All'incontro in Uefa, per il fair play finanziario, poco prima di ingaggiare il Mancio. Al no di Moratti per la ricapitalizzazione.

Forse ora potrebbe essere più malleabile. E in queste ore saranno presentati nuovi soci.

Se così fosse, la lunga mano di MM, non è poi così lunga. ET ha fatto tutto da solo - penso che non abbia mentito Massimo - anche se la spintarella finale a WM sicuramente gliel'ha data.



L'importante ora è che Roberto non divenga San Roberto, come ha chiosato il Trap. La squadra non è cambiata, ma RM avrà più tempo per quadrare il cerchio, grazie al feeling con i tifosi. Potrà ottimizzare il rendimento di alcuni, modificando l'assetto tattico. Potrebbe esserci anche più cuore. Dando sempre un occhio al bilancio. Infatti l'idea del Mancio di rilanciare il Guaro e toglierlo dal mercato, ha anche un evidente significato di rivalutazione economica, di uno dei pochi pezzi da "mercato" spendibili. Visto che per il futuro si punta -giustamente - su Icardi ( ho sentito indiscrezioni su uno scambio Cerci-Icardi, che mi auguro siano fantacalcio) e Kovacic. Se la squadra riesce a fare un cammino dignitoso fino alla fine dell'anno, si aprirebbero prospettive anche in fase di mercato.