Urby Emanuelson si scaglia contro il campionato italiano. Il mancino olandese ha disputato in Italia oltre cento partite con diverse maglie, per lo più con quella del Milan. I rossoneri acquistarono l'esterno nel gennaio del 2011 dall'Ajax per una cifra vicina ad 1,5 milioni di euro firmando un triennale fino al 2014. Il giocatore era in scadenza di contratto con il club di Amsterdam e il Milan ne approfittò portandolo in Italia alla corte di Massimiliano Allegri ai tempi allenatore del club di via Aldo Rossi. Nonostante le difficoltà di trovare un ruolo preciso all'ala olandese, il tecnico livornese lo fece giocare in diversi ruoli dell'attacco esaltando le sue caratteristiche, ma non del tutto.

Nel gennaio del 2013, dopo due stagioni discrete con il Milan, va in prestito secco a giocare in Premier League con la maglia del Fulham. A giugno rientra a Milano ma riesce a collezionare circa venti presenze senza riuscire a farsi rinnovare il contratto. Da quel momento inizia il girovagare di Emanuelson in Italia: Roma, Atalanta e Verona senza mai lasciare il segno.

L'attacco al calcio italiano

A pochi anni dall'esperienza italiana, Urby Emanuelson si scaglia contro il campionato di Serie A sconsigliando a tutti i giovani di andare a giocare in Italia perché non sempre giocano i migliori. In Italia, secondo l'ala olandese, il calcio è politica. Attacco frontale anche alla Roma definendola una "squadra da cani": quando fu acquistato dalla Roma, nella stessa settimana arrivarono altri sei giocatori aumentando di fatto la concorrenza relegando più volte l'olandese in tribuna senza spiegazioni.

Se si è in determinati giri di amicizie, sostiene Emanuelson, allora va tutto bene, altrimenti sei fuorigioco. Inoltre il calcio italiano appiccica etichette addosso ai professionisti come nel caso di Frank de Boer, inadatto al calcio italiano già dopo qualche giorno dal suo approdo all'Inter, sostiene il giocatore olandese. Duro attacco, dunque, di un giocatore 'ferito' oppure c'è qualcosa di vero?