In un caldissimo pomeriggio cinese si sono affrontate, in amichevole, Inter e Schalke 04. La partita è finita 1-1, per effetto delle reti segnate da Caligiuri e Murillo, entrambe arrivate nella seconda frazione. Il primo tempo è filato via senza grandissime emozioni, nella ripresa la gara è stata un po’ più godibile, complici gli spazi più ampi e la voglia di mettersi in mostra delle riserve, schierate come d’abitudine dai due tecnici negli ultimi 45 minuti di gara. Situazione meteorologica e gambe pesanti, tipiche dell’inizio della preparazione, non consentono di fare chissà che analisi sul gioco espresso dalle due compagini, nonostante Spalletti si sia definito soddisfatto di alcuni principi e concetti messi in pratica sul prato di Changzou.

Si può però intavolare una sorta di discussione dal punto di vista tattico, senza però dimenticare alcune mancanze evidenti all'interno dell’organico nerazzurro. Partendo da questo ultimo argomento è cronica l’assenza di due terzini degni delle ambizioni dell’Inter, specie Nagatomo (accompagnato dalla tendenza a stare troppo vicino al suo difensore centrale che gli fa costantemente dimenticare l’esterno avversario) pare piuttosto inadeguato a vestire una maglia da titolare, ma anche una da riserva. Se lì davanti, Icardi è il bomber designato, con Eder a fungere da cambio di Maurito, i dubbi riguardano la mediana. Con Perisic in probabile partenza e Candreva troppo spesso impreciso nei traversoni, ci si chiede se possa valere la pena scendere in campo con un 4-2-3-1.

Spalletti studia la formazione della nuova Inter

Il quesito è motivato dalla probabile penuria di esterni in grado di fare veramente la differenza, ma anche per il possibile (e molto probabile) conflitto d’interessi nella zona nevralgica del campo. Quanti centrocampisti dell’Inter si esprimono al meglio in una “linea a 2”? Probabilmente Gagliardini e Kondogbia sono i più adatti, mentre Borja Valero e Joao Mario, deliziosi con la palla nei piedi ma un po’ deficitari in fase difensiva, potrebbero faticare troppo nel rincorrere avversari.

Teoria dimostrata dal gol dello Schalke: strappo a tagliare il campo di Tekpetei, l'ex Villareal rimane sul posto e il finale della storia è risaputo, con Caligiuri che mette a sedere Nagatomo e insacca alle spalle di Handanovic. Una soluzione alternativa per il tecnico di Certaldo potrebbe essere quella del 4-3-1-2, ma a quel punto sarebbero i prima citati Gagliardini e Kondogbia a non essere valorizzati a dovere, anche se l’ex atalantino potrebbe cavarsela dignitosamente anche davanti alla linea a 4.

E, dando per scontato un Joao Mario sulla trequarti, che fine farebbe Borja Valero in una squadra da una partita a settimana con rotazioni circoscritte?

L’idea è che questo cubo di Rubik capitato tra le mani di Spalletti abbia più potenziali soluzioni, ma che qualsiasi sia quella scelta dall’ex tecnico della Roma si finirà per rinnegare alcune scelte di mercato, tutte abbastanza recenti e confuse, fatte da una società che ha cambiato pelle da poco ma incapace di perdere, quasi per tradizione, la tendenza a spendere un po’ a caso, come se stesse giocando a Football Manager e non rincorrendo un posto in Champions che manca ormai da troppo tempo.