Ci sono risultati che fanno la storia e, nel caso di una piccola società, sono ricordati negli annali e praticamente 'incorniciati'. Diventano oggetto di nostalgiche rimembranze se la società in questione è ormai ben lontana da queste glorie e milita in un campionato dilettantistico. Quando parliamo di Cavese, ai tifosi più maturi viene in mente una sola cosa: San Siro, 7 dicembre 1982 ed un modo per scrivere la storia senza cambiarla.

Sfida alla corazzata rossonera

Nella stagione 1982/83 il Milan si trova in Serie B e, purtroppo, stavolta non può appellarsi nemmeno a questioni giudiziarie, quelle che lo avevano declassato per la prima volta nel 1980 a seguito del coinvolgimento nello scandalo del calcioscommesse.

Al termine della stagione 1981/82, infatti, i rossoneri sono retrocessi sul campo e si ritrovano in cadetteria per la seconda volta nelle ultime tre stagioni. Obiettivo, come già accaduto nel 1981, è quello di un pronto ritorno nel calcio che conta. E le premesse ci sono tutte, il Milan ai nastri di partenza del secondo campionato nazionale è realmente una squadra di categoria superiore: gente come Franco Baresi, Tassotti ed Evani, già colonne portanti e destinati a futuri trionfi euromondiali, e poi ancora Battistini, Cuoghi, Canuti, Pasinato, Romano, Verza, l'ariete Aldo Serena e lo 'squalo', Joe Jordan. Per la serie B, la squadra allenata da Ilario Castagner è un lusso. Anche la Cavese è al suo secondo campionato cadetto, ma quella degli aquilotti è stata una lunghissima scalata culminata, nella stagione 1980/81, con la prima promozione in serie B.

Nel campionato 1981/82 è stata conquistata una salvezza faticosa grazie alla classifica avulsa, ma nemmeno nella stagione successiva il tecnico Pietro Santin dispone di superstars. I vari Guerini, Bilardi, Piangerelli, Tivelli e Di Michele sono tutti buoni giocatori, ma non ci sono certamente individualità di spicco. Quando arriva lo scontro diretto a San Siro, il 7 novembre del 1982, il pronostico è pertanto scontato.

Si gioca la 9^ giornata: il Milan ha avuto una partenza lenta in questo campionato, ma nel corso delle giornate ha intrapreso un passo regolare ed ora guida la classifica. La Cavese è invece una delle rivelazioni dello scorcio iniziale di stagione, dopo 8 gare si trova al quarto posto a tre punti dai rossoneri e scende in campo a Milano con la consapevolezza di un buon momento di forma e la tranquillità di chi non ha nulla da perdere.

Sugli spalti del 'Meazza' i tifosi arrivati da Cava de' Tirreni sono quasi 7.000, un vero esodo. Nessuno si vuole perdere una partita storica contro una delle tradizionali 'grandi' del calcio italiano.

Di Michele gela il 'Meazza'

È un freddo pomeriggio milanese, la pioggia è incessante e fastidiosa. Nell'ultima sua uscita casalinga il Milan ha schiantato un'altra nobile decaduta, il Bologna, con un eloquente 5-0. Il trattamento che intende riservare alla piccola Cavese è più o meno lo stesso e, quasi a volerlo confermare, dopo 23' si porta in vantaggio con Jordan che trafigge Paleari da due passi nonostante il tentativo di Piangerelli di evitare la rete. Tre minuti dopo però i padroni di casa fanno harakiri: Cuoghi sbaglia la misura di un passaggio sulla propria trequarti e favorisce Tivelli che entra in area, evitando l'intervento di Icardi, e scarica un sinistro violentissimo che non lascia scampo a Piotti.

Il gol sprona la formazione ospite che, come detto, non ha proprio nulla da perdere in casa del Milan. La Cavese prende in mano le redini del gioco e si rende ancora pericolosa prima della chiusura del primo tempo. Nella ripresa il Milan produce il massimo sforzo per riportarsi in vantaggio, crea numerose palle-gol, ma non finalizza e, pertanto, viene punito con il più classico dei contropiedi. Al 10' del secondo tempo Piangerelli lancia dalla trequarti Pavone che si porta nei pressi del limite destro dell'area e crossa al centro per Di Michele, lasciato colpevolmente solo: per l'attaccante è un gioco da ragazzi insaccare di testa ai danni di un incolpevole Piotti. I tifosi del Milan ammutoliscono, al 'Meazza' ora si sentono solo i cavesi che iniziano a credere in un 'miracolo a Milano'.

I rossoneri attaccano, ma non riescono ad avere gioco facile contro una squadra splendidamente messa in campo che si difende con ordine e non disdegna ulteriori ripartenze. Il triplice fischio dell'arbitro Domenico Falzier della sezione di Treviso sancisce il risultato storico, la Cavese ha espugnato San Siro con il punteggio di 2-1.

La storia diventa leggenda

I tifosi più giovani della Cavese sono praticamente cresciuti con la storia di questa partita che assume contorni leggendari per chi quel giorno era allo stadio di Milano o ne ha seguito le evoluzioni nei classici aggiornamenti di 'Tutto il calcio minuto per minuto' riservati alle partite di serie B. In realtà fu un risultato clamoroso che non spostò di una virgola gli equilibri di quel campionato: il Milan lo vincerà nettamente stabilendo il nuovo record di punti, la formazione campana che avrebbe chiuso il girone d'andata al terzo posto, accuserà una netta flessione nella seconda parte della stagione: si classificherà comunque sesta, realizzando il miglior risultato della sua storia.

Nella stagione successiva sarebbe retrocessa in serie C1 e non avrebbe mai più fatto ritorno in cadetteria. Negli anni a venire, la parabola discedente della Cavese sarebbe proseguita in maniera inarrestabile e nei primi anni '90, a causa di forti problemi economici, sarebbe stata anche esclusa dai campionati. Oggi milita in serie D, senza infamia e senza lode, ma sono ancora in tanti tra gli appassionati di calcio cavesi, soprattutto i meno giovani, che ricordano con grande emozione quel 7 novembre di 35 anni fa in cui la loro squadra raggiunse l'apice ed ottenne la propria immortalità calcistica, perché i milanisti di vecchia militanza ricorderanno sempre quella partita alla voce di 'storica figuraccia'.

Con il senno di poi non fu affatto così, quella Cavese era una buona squadra e, ad onor del vero, il Milan non giocò nemmeno una gara così pessima come è stato effettivamemte tramandato. Ma il calcio è bello anche per questo e fa sorridere ancora il ricordo della frase di Gianni Vasino, autore del servizio per il mitico 90° di Paolo Valenti, quando parlava di "una Cavese che oggi sembrava il Real Madrid".